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UPT – Isola del Giglio 2021/22 prosegue con la mappatura dei fondali

Nella seconda metà di maggio 2021 sono partite le attività di Underwater Pro Tour – Isola del Giglio 2021/22, ovvero la mappatura dei fondali presso dell’Isola del Giglio. In più tappe, l’associazione Underwater Pro Tour-APS ricaverà informazioni sullo stato dei fondali intorno l’isola e la rimozione delle reti da pesca abbandonate.

UPT

Underwater Pro Tour – Isola del Giglio 2021/22 nel dettaglio

L’associazione Underwater Pro Tour ha sede proprio nell’Isola del Giglio. Nasce dal sentimento comune degli isolani di proteggere l’ambiente marino per divenire poi un riferimento dall’alto valore sociale. L’associazione non ha scopi lucrativi ma promuove l’educazione ambientale, attività rivolte ai disabili e divulgazione sportiva. L’associazione organizza diversi eventi e incontri con professionisti subacquei. I partecipanti verranno guidati su percorsi prestabiliti impiegando trascinatori subacquei UPV (Underwater propulsion vehicle) e mezzi nautici pronti all’intervento in caso di problemi.

Chi parteciperà avrà il compito di indagare i fondali e documentarne lo stato con reperti, foto e video. Nessuno sarà solo, anche perché non è un lavoro semplice e neppure privo di rischi dato che alcuni rifiuti potrebbero essere pericolosi (resti di imbarcazioni, motori e strumenti da pesca). Underwater Pro Tour – Isola del Giglio 2021/22 si accerterà anche dello stato di salute delle Gorgonie e la presenza delle Pinne Nobilis. Possono prenderne parte anche persone con disabilità: esperte guide le accompagneranno in luoghi sicuri anche impiegando scooter subacquei.

Underwater Pro Tour – Isola del Giglio 2021/22 ha tanti sostenitori

Il problema dell’abbandono delle reti da pesca va affrontato con fermezza visto che si accumulano tutto intorno l’isola. Underwater Pro Tour – Isola del Giglio 2021/22 durerà due anni come suggerito dal nome. Ogni anno le attività si svolgeranno dal mese di aprile fino al mese di novembre.

UPT – Attrezzi da pesca individuati su fondali dell Isola del Giglio

È necessario avere un quadro della situazione, recuperare i rifiuti e procedere al loro corretto smaltimento. Aiuteranno nelle operazioni di mappatura e recupero delle reti una coppia di Diving gigliesi e la Guardia costiera. A sostenere il progetto e la campagna di sensibilizzazione ci sono poi tutti gli associati e gli sponsor. Difatti il problema dell’inquinamento non tocca solo l’isola in questione: Underwater Pro Tour – Isola del Giglio 2021/22 darà l’esempio per risolvere i problemi legati all’inquinamento nell’arcipelago della Toscania.

L’inquinamento avviene sotto i nostri occhi

L’attività umana è causa di un forte inquinamento ambientale: plastica, tessuti, metalli, vetro, detergenti, pesticidi e rifiuti di ogni tipo, infestano gli oceani. Gli effetti sono visibili e seppure aumentino le iniziative per contrastare l’inquinamento, la situazione resta grave. Grazie al lavoro svolto finora la conoscenza e la consapevolezza è maggiore ma i processi con cui i rifiuti circolano nelle acque sono ancora poco chiari. Il primo grande ostacolo è proprio la mancanza di informazioni sulle modalità di dispersione dei rifiuti.

La plastica negli oceani è quella considerata più pericolosa, per la sua lunga durata e l’elevato volume prodotto. Le plastiche sono versatili ed economiche, ecco perché hanno trovato un vasto impiego nella società moderna. Nonostante l’inquinamento sia un tema caldo e molto discusso, molti rifiuti plastici non vengono ancora smaltiti correttamente. Le microplastiche sono in particolar modo insidiose e trovano facilmente accesso al nostro organismo. Non sono visibili ad occhio nudo ma ingerite da diversi animali di cui noi stessi ci cibiamo, entrano nel nostro corpo. A chi sta già pensando di ricorrere ad una dieta vegana diciamo che il tentativo è comunque vano. Le microplastiche si trovano anche nell’acqua e a questa non possiamo assolutamente rinunciare. L’unico modo per uscirne è comprendere la gravità del problema ed impegnarsi per risolverlo.

Veleno invisibile: il mercurio nel pescato

Sono molte le vie attraverso cui invisibili veleni arrivano nel nostro piatto: riciclo naturale, attività vulcaniche, combustioni e sversamenti sono solo alcune. La presenza di mercurio nei pesci è una delle conseguenze dell’inquinamento che più ci tocca e preoccupa. Il mercurio si trova naturalmente in molti elementi anche in piccole quantità. È possibile trovare questo elemento in aria ed acqua ma anche in esseri viventi. Non solo frutta e verdura, dunque, sono da selezionare scrupolosamente ma occorre stare attenti anche al pescato che portiamo in tavola. Per la maggior parte delle persone l’inquinamento da mercurio nei pesci ingeriti non comporta problemi di salute ma bisogna sempre essere cauti. Il mercurio si accumula nel corpo e per espellerlo potrebbero occorrere mesi, nel frattempo ne subiamo gli effetti.

I danni purtroppo sono irreversibili e gli effetti causati dal mercurio includono paralisi cerebrale, cecità, sordità, problemi cognitivi e compromissione polmonare. Il mercurio si presenta come metilmercurio, la sua forma più tossica e comune nella catena alimentare. Il metilmercurio può facilmente accumularsi nei globuli rossi e sfruttare il sangue per raggiungere ogni punto del nostro corpo. Il pericolo c’è e non è assolutamente da sottovalutare ma è indispensabile comprendere quali sono i rischi. Le quantità di mercurio presenti possono variare ecco perché bisogna fare attenzione ma non rinunciare definitivamente al pesce nella nostra dieta.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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