In un periodo difficile come questo molte marine militari riadattano o aggiornano mezzi già disponibili e un esempio è la nave LHD Anadolu. Non tutte le forze navali possono permettersi imponenti portaerei soprattutto se a mancare sono proprio gli aerei. La Turchia tenta una strada ardua percorsa ad oggi solo dagli Stati Uniti con grande difficoltà. Quale sarà il destino della LHD Anadolu?
La Turchia non acquisirà i 100 velivoli ordinati col programma F-35. L’acquisto del sistema missilistico russo S-400 surface-to-air avvenuto nel 2019 ha ostacolato irrimediabilmente il tanto desiderato aggiornamento delle forze aeronautiche. La Turchia ha rinunciato infatti ai caccia STOVL (F-35B) e non è di certo un sacrificio di poco conto. Il caccia STOVL (F-35B) è in cima tra i mezzi aerei più efficaci: ha un decollo corto e l’atterraggio verticale.
Il caccia di quinta generazione è ciò che ogni marina militare vorrebbe a bordo delle proprie portaerei: un vero peccato per la Turchia! Non solo una delusione per l’aeronautica ma anche per chi desiderava trasformare la nave LHD Anadolu (dove LHD sta per “landing helicopter dock”) in una portaerei.
La marina militare della nazione turca non getta la spugna e seppure manchino i caccia, non è detto che la LHD Anadolu debba restare come inizialmente pensata. Nasce l’idea di riadattare la nave ad un ponte di volo per droni. L’utilizzo di veicoli unmanned cresce sempre di più nel campo della Difesa. Stando così le cose è intuibile l’utilità di una nave che possa servire le operazioni di volo di droni.
Il capo delle industrie della difesa turca è Ismail Demir. Egli dichiarò lo scorso febbraio alla NTV che una nave droni fa la differenza nelle tattiche che prevedono veicoli senza pilota. LHD Anadolu da nave col futuro incerto diviene pioniera strategica:
“Crediamo che droni di diverse dimensioni, in grado di decollare, atterrare e attaccare, debbano essere schierati a bordo dell’Anadolu”.
La LHD Anadolu è sicuramente un esempio di quanto le potenzialità di particolari unità facciano la differenza. Una nave che nasce come unità anfibia da trasformare in portaerei per poi divenire una nave droni: ciò è possibile solo grazie alla natura di base versatile di queste unità. La prima cosa da fare è verificare a questo punto se il gioco vale la candela: quanti droni può imbarcare la LHD Anadolu? Ankara si accontenta di una dozzina di veicoli unmanned purché siano controllati e comandati alla perfezione.
Il primo a servirsi della LHD Anadolu è il drone tipo TB3 Bayraktar, successivamente saranno testati altri modelli. Le prove saranno tutt’altro che facili, rese difficili dal fatto che il Bayraktar è a pala fissa. Solo la US Navy è riuscita a far decollare un drone da combattimento (tipo X-47B) da una portaerei e farlo ritornare a bordo dopo il volo. La marina turca, inoltre, non ha alcuna esperienza in tale campo. il CEO di Baykar Defence, Haluk Bayraktar, in seguito al vertice sull’aviazione e lo spazio della Turkish Gebze University tenutosi online il 7 maggio, ha lasciato una dichiarazione pubblica.
La Turchia è non completamente sicura riguardo la riuscita del progetto ma ci sono ottimi presupposti per proseguire. I test non dureranno molto e si serviranno del drone TB-3 Bayraktar. Questo veicolo, precisa, non è un aereo ad atterraggio verticale ma ha bisogno di una pista. Atterrando e decollando come gli altri aerei che siamo soliti vedere, controllarlo dalla LHD Anadolu sicuramente sarà una bella sfida che tutti ci auguriamo venga superata dalla Turchia.
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