L’inquinamento da mercurio nei pesci è qualcosa da non sottovalutare. Il mercurio si trova naturalmente in molti elementi, anche in piccole quantità. È possibile trovare questo elemento in aria ed acqua ma anche in esseri viventi. Non solo frutta e verdura, dunque, sono da selezionare scrupolosamente ma occorre stare attenti anche al pescato che portiamo in tavola.
Per la maggior parte delle persone l’inquinamento da mercurio nei pesci ingeriti non comporta problemi di salute ma bisogna sempre essere cauti. Il mercurio si accumula nel corpo e per espellerlo potrebbero occorrere mesi, nel frattempo ne subiamo gli effetti negativi. I danni purtroppo sono irreversibili e gli effetti causati dal mercurio includono paralisi cerebrale, cecità, sordità, problemi cognitivi e compromissione polmonare. Il mercurio si presenta come metilmercurio, la sua forma più tossica e comune nella catena alimentare. Il metilmercurio può facilmente accumularsi nei globuli rossi e sfruttare il sangue per raggiungere ogni punto del nostro corpo.
Rappresenta sicuramente un problema per le donne in gravidanza poiché dal seno passa nel latte materno. Il metilmercurio può inoltre attraversare la placenta fino a giungere nel cervello. La scienza ha scoperto che il metilmercurio, attaccando il sistema nervoso centrale, contribuisce al regresso neurologico dei bambini.
Sono molte le vie attraverso cui invisibili veleni arrivano nel nostro piatto: riciclo naturale, attività vulcaniche, combustioni e sversamenti sono solo alcune. Di nostro particolare interesse è però l’inquinamento da mercurio nei pesci il quale, negli ultimi tempi, genera allarmi e confusioni. Il pericolo c’è e non va assolutamente sottovalutato ma è indispensabile comprendere quali sono i rischi. Le quantità di mercurio presenti possono variare con la specie, ecco perché bisogna fare attenzione ma non rinunciare definitivamente al pesce nella nostra dieta.
Il pesce è importantissimo nell’alimentazione perché migliora la memoria, previene malattie delle ossa, regolarizza il ritmo cardiaco e tanto altro. Sebbene sia possibile riscontrare tracce di mercurio in tutti i pesci è anche vero che nella maggior parte dei casi sono quantità irrilevanti. L’invito è dunque alla prudenza con la quale si può godere di una buona tavola; suggerimento certamente ovvio per un buon consumatore.
Esistono delle linee guida per stabilire se un determinato prodotto ittico rappresenta un pericolo. Come abbiamo già scritto, in tutti i pesci c’è mercurio ma di solito la quantità è inferiore ad un decimo rispetto al massimo consentito. Dopo numerose valutazioni è possibile affermare che grandi pesci come squali, pesce spada ma anche tonni di dimensioni maggiori (come il “pinna gialla”) sono quelli che presentano percentuali maggiori di mercurio.
Per quanto riguarda invece il tonno in scatola che tutti conosciamo, l’inquinamento da mercurio è decisamente più basso per il tonnetto striato ma livelli intermedi per il tonno pinna gialla. Sono invece un’ottima scelta salmone, sardine e merluzzo perché tra i meno inquinati; si aggiungono anche gamberetti, ostriche, vongole, capesante e granchio. Per quanto riguarda i frutti di mare in generale, essi rappresentano un rischio bassissimo associato alla presenza di mercurio. Questo è dovuto sicuramente al fatto che pesci di grossa taglia e carnivori aumentano la percentuale di mercurio nutrendosi di altri pesci già contaminati.
La Food and Drug Administration (FDA) e l’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti pubblicano alcuni consigli per aiutare i consumatori. I suggerimenti sono approvati anche da enti stranieri che contribuiscono nell’opera di informazione verso i consumatori. L’intento è quello di ridurre al minimo i rischi causati dall’inquinamento da mercurio nei pesci. Di seguito riportiamo quelli più importanti.
Secondo la FDA puoi consumare due o tre pasti a settimana (non oltre due per bambini e donne in gravidanza) dei seguenti pesci:
I seguenti pesci hanno un rischio moderato: puoi consumarne massimo sei pasti al mese mentre sono da evitare per bambini e donne in gravidanza.
L’ultima lista è la più pericolosa parlando di mercurio nei pesci. Questi pesci hanno un’alta percentuale di mercurio che può accumularsi se consumata in eccesso. Si consiglia di non mangiare più di tre volte al mese i pesci qui riportati. È ovvia l’esclusione di consumo per donne in gravidanza e bambini.
Questi pesci sono invece assolutamente da evitare e l’elenco della FDA vale per qualsiasi categoria di consumatore.
Vale la pena ricordare che questi sono consigli e che si potranno trovare dunque pesci posizionati anche in maniera diversa in altre classifiche di pericolosità. la NRDC, ad esempio, sconsiglia di consumare del tutto pesce azzurro e cernie. Le ricerche e gli studi proseguono ecco perché queste tabelle si aggiornano di volta in volta. Bisogna sempre informarsi ed aggiornarsi: uno sforzo che vale la pena per la salvaguardia della nostra salute e di chi amiamo.
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