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La Ever Given ancora nel Canale di Suez tra speranze e feroci cospirazioni

La nave portacontainer Ever Given ancora nel Canale nonostante le estenuanti giornate di lavoro. Una fila di oltre 320 navi attende lo sblocco del Canale di Suez che da martedì è impraticabile proprio a causa della gigantesca nave. Tra critiche feroci, ironie e addirittura complotti, la Ever Given è di certo la nave più famosa di questi giorni.

La Ever Given ancora nel Canale di Suez ma lo sblocco è vicino

Sono impiegati dieci unità di rimorchiatori con lo scopo di liberare la Ever Given ancora nel Canale. A terra continuano le operazioni di dragaggio lungo le rive del Canale così da facilitare le manovre della portacontainer. Le Autorità del Canale di Suez fanno sapere che si procede rimuovendo duemila metri cubi di materiale all’ora. Nonostante tutti i tentativi siano finora falliti, il presidente giapponese e proprietario della nave Shoei Kisen spera in una rapida soluzione. Shoei Kisen ha dichiarato proprio ieri durante una conferenza stampa che la Ever Given potrebbe tornare a galleggiare già entro oggi. Sappiamo sempre da chi gestisce il Canale che le operazioni di dragaggio sono terminate nella tarda mattinata di oggi. Al momento non ci sono invece notizie chiare e precise riguardo il galleggiamento del gigante incagliato.

Non tutti sono ottimisti sui tempi e le ragioni sono molte

Dalle interviste condotte pare che oltre alle operazioni di dragaggio e rimorchio non esistono altre opzioni. Le squadre al lavoro fanno di tutto per aiutare la Ever Given ancora nel Canale ma sanno benissimo che non esiste un piano B. La nave non ha imbarcato acqua, non ci sono danni importanti alla struttura come all’impianto di propulsore. Se la Ever Given riuscisse a galleggiare potrebbe benissimo partire e liberare la via d’acqua alle oltre 300 navi in attesa. La fila sarebbe ancora più lunga se si contassero anche i battelli che hanno preferito circumnavigare il continente africano. Più il tempo passa e più si accumulano i danni finanziari legati al blocco del Canale di Suez. Osama Rabie, Chairman and Managing Director del Suez Canal Authority ha descritto le operazioni difficili dal punto di vista tecnico ed ostacolate da diversi fattori:

“Ci troviamo di fronte a una situazione difficile e complicata: lavoriamo in un terreno roccioso, le maree sono molto alte, enorme è la dimensione della nave ed il numero di containers; ciò rende il tutto difficile”.

Corriere della Sera

Complotti e scherni non risparmiano la Ever Given ancora nel Canale

Chiunque abbia un profilo social ha sicuramente visto, scorrendo nella propria Home, immagini e video ironici sul tema. Per quanto possano essere sottili o pungenti le critiche come le beffe, l’incaglio della Ever Given è il soggetto preferito di questi giorni. Non mancano purtroppo nemmeno le teorie complottiste le quali al giorno d’oggi non risparmiano davvero nessuno, neppure la Ever Given ancora nel Canale.

Alcuni sostengono con fermezza la teoria secondo cui la Ever Given trasportasse schiavi su commissione di Hillary Clinton. Il fatto che la compagnia armatrice si chiami “Evergreen” basta a tirare in mezzo l’ex senatrice statunitense. Secondo i complottisti Hillary Clinton era soprannominata proprio “Evergreen” durante il suo periodo da first lady. La sigla della compagnia è “H3RC”, iniziali di Hillary Rodham Clinton e già questo basta per attribuire alla politica diversi avvenimenti internazionali. Anche lo scorso agosto, in seguito all’esplosione presso il porto di Beirut, la presenza di una nave della compagnia generò complotti con protagonista Hillary Clinton. Molti siti hanno però preso le difese di Hillary Clinton e provano l’inesattezza della notizia.

Altri complottisti hanno invece diffuso la notizia secondo cui al comando della Ever Given ci sia Marwa El Selehdar. Per chi non lo sapesse, El Selehdar somiglia moltissimo a Monica Lewinsky, sulla bocca di tutti per lo scandalo noto come Sexygate. Tutto si è ancora una volta dimostrato falso giacché Marwa El Selehdar non comanda la Ever Given.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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