Navi Militari

Difendersi dalla pirateria: l’addestramento degli equipaggi

Come difendersi dalla pirateria è un tema molto attuale. La pirateria è infatti un problema internazionale, diffuso e preoccupante, soprattutto negli ultimi anni. Nonostante la tecnologia finalizzata alla difesa delle navi abbia fatto grandi progressi, anche i pirati studiano strategie sempre più pericolose.

La pirateria ha strumenti sempre più efficaci

Si è potuto notare che le modalità con cui avvengono gli attacchi pirata mantengono alcune caratteristiche simili, anche in nazioni diverse. Quanto detto ha spinto le organizzazioni internazionali ad approfondire lo studio della pirateria con l’intento di contrastarla efficacemente. Dai dati ottenuti è emerso che tale attività è una vera organizzazione criminale in cui confluiscono gli affari illegali della malavita già attiva in diversi paesi. Una strategia offensiva molto pericolosa e diffusa è chiamata “swarm attack”. Gli attacchi avvengono in maniera rapida ed improvvisa con l’uso di numerose imbarcazioni. Le navi non sono preparate a simili minacce, ecco perché le società di navigazione sono in crisi ed esortano i governi ad aiutarli per difendersi dalla pirateria.

Photo credit should read MOHAMED DAHIR/AFP/Getty Images

La soluzione di QinetiQ per difendersi dalla pirateria

L’azienda britannica QinetiQ con sede centrale a Farnborough, Regno Unito, ritiene di aver trovato una soluzione. La QinetiQ è attiva nel campo della difesa e sviluppa nuove tecnologie all’avanguardia, in particolare per le navi. Jules Werner è il responsabile dello sviluppo presso QinetiQ Target Systems ed afferma che gli swarm attack sono molto pericolosi. L’imprevedibilità ed il folto numero degli ostili rappresentano un problema per chi cerca di difendersi dalla pirateria che non può essere risolto dalla sola tecnologia. È necessario approfondire lo studio della pirateria, migliorare i sistemi di difesa e preparare adeguatamente l’equipaggio.

“Quando una nave da guerra, un esercito o un aereo militare raggiungono il luogo della missione, il morale e la fiducia dei soldati deriva dal vedere un sistema d’arma funzionare correttamente come da progetto.”


L’addestramento è fondamentale per difendersi dalla pirateria

Bisogna preparare gli equipaggi a difendersi dalla pirateria, in particolare dallo swarm attack. Nonostante la simulazione digitale sia utile, bisogna anche integrare l’addestramento sul campo. È proprio QinetiQ che si propone come ausilio per l’addestramento delle forze armate. Jules Werner sostiene l’importanza di tutto ciò, ricordando che le simulazioni devono essere necessariamente accompagnate da prove pratiche.

“Addestratevi e svolgete tutte le simulazioni che desiderate ma prima di aver visto sparare un’arma o un sistema missilistico centrare il bersaglio. L’unico modo per acquistare la fiducia necessaria in battaglia nei sistemi d’arma è questa: sapere che funzionano efficacemente.”

L’azienda QinetiQ mette a disposizione veicoli paragonabili alle imbarcazioni dei pirati durante le simulazioni. Werner spiega che durante la riproduzione dello swarm attack, fino a 40 unità possono prendere parte all’esercitazione.

I veicoli usati per le simulazioni sono in particolare due

Il principale mezzo utilizzato è il veicolo unmanned Hammerhead USV-T lungo 5 metri. Questo modello USV-T (Unmanned Surface Vehicle Target) è in composito e può raggiungere i 35 nodi di velocità grazie ad un motore a gas da 135 cv. Il progetto dell’Hammerhead nasce dalla volontà di creare un bersaglio mobile ad alta velocità che riprenda la forma delle imbarcazioni pirata.

QinetiQ – Hammerhead


L’altro veicolo fornito da QinetiQ è Barracuda USV-T, gommone rigido con struttura in vetroresina. Barracuda è lungo 7 metri ed alimentato dal sistema di propulsione 225hp marine diesel engine. Può viaggiare a 36 nodi ed essere controllato da remoto ad oltre 10 metri di distanza. Secondo Werner, Barracuda ha un’ottima capacità da traino, tanto da paragonarla ad un animale da soma! Il suo compito è quello di trascinare un bersaglio gonfiabile per esporlo all’artiglieria della nave in addestramento. Lo stesso Werner precisa che Barracuda è costoso e per questo non pensato per offrirsi come target, ciononostante in molti preferiscono abbatterlo. Barracuda è anche utile come barca da lavoro, ecco perché alcuni clienti l’acquistano per lavori quotidiani in mare.

QinetiQ – baracuda

I veicoli di QinetiQ replicano lo swarm attack è sono utilissimi per imparare a difendersi dalla pirateria. Sono ottimi per testare missili surface-to-surface, surface-to-air, air-to-surface; così come cannoni navali ed armi a corto raggio. Per migliorare la simulazione, entrambi i veicoli possono equipaggiare potenziamenti visivi, quali bandiere, razzi e fumogeni di segnalazione. L’equipaggio della nave in addestramento deve essere in grado di ottenere info sulla posizione del target e neutralizzarlo. Particolari sensori valutano l’efficacia di rilevamento da parte dei sistemi installati a bordo.

Defence Tech in 2021 – Hammerhead Flares

Un simulatore in ausilio alle prove pratiche per imparare a difendersi dalla pirateria

Ulteriore proposta da QinetiQ è l’Active Radar Enhancement Payload, un simulatore di minacce da attacco missilistico. È in grado di rilevare attacchi swarm ma anche emulare attacchi multipli così da meglio preparare l’equipaggio a difendersi dalla pirateria. Ancora Jules Werner ne spiega l’utilità:

“Se si presenta un cliente nuovo, il quale non usa spesso sistemi d’arma, non proporremmo da subito uno scenario di swarm attack.”

L’addestramento è progressivo. Si inizia da un singolo bersaglio, spiegando all’equipaggio come avvengono le modalità d’attacco nella realtà. In seguito si aggiungono bersagli ed è così che si comprende la reale minaccia e la necessità di una scrupolosa attenzione e collaborazione di tutti coloro che sono a bordo. Si prevede che gli attacchi aumenteranno e ancora non è possibile per tutti disporre di droni militari. È fondamentale che gli operatori a bordo delle navi sappiano difendersi dalla pirateria con le proprie forze. Secondo Werner c’è ancora molto da fare ed occorre migliorare i veicoli per adattarli a simulare imbarcazioni sempre più performanti:

“Lavoriamo con i nostri clienti: guardiamo cosa c’è là fuori e cerchiamo di capire cosa stanno facendo anche altri paesi come Cina e Russia.”

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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