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Una stupefacente mappa che mostra i cavi marini in fibra ottica: trasportano il 97% dei dati mondiali

Come fanno i vari continenti del mondo ad essere interconnessi tramite internet? Via cavo? Via radio? Realisticamente parlando entrambi, nessuno lo vieta, ma la maggior parte delle comunicazioni avviene via cavo data la stabilità e l’assicurata velocità che essi offrono rispetto ad una comunicazione wireless. Ma dove passano questi cavi, e quanti sono? C’è una mappa che mostra i cavi marini in fibra ottica.

Innanzitutto c’è da specificare che i cavi in questione sono cavi in fibra ottica, e parliamo di centinaia di migliaia di cavi di questo tipo che passano sotto gli oceani in tutto il mondo. E c’è una mappa, regolarmente aggiornata, che mostra tutti i cavi in questione!

La mappa in questione, della società di analisi delle telecomunicazioni Telegeography, utilizza linee colorate per mostrare i differenti cavi e mostra la vastità dell’infrastruttura che mantiene in funzione Internet. È stata costruita in decenni, principalmente come risultato di iniziative da aziende private, e non come progetti di infrastrutture statali coordinate (per esempio le reti stradali o idriche). Un esempio è la dorsale Marea da 26.2 Terabit al secondo, realizzata da Facebook e Microsoft.

Come si presenta la mappa alla sua apertura. Sulla destra, tutta la lista delle società che hanno contribuito alla realizzazione di questa enorme rete marina.

Ovviamente c’è da specificare come le linee mostrate sulla mappa qui sopra non siano esattamente e geograficamente corrette, ma mostrano l’ampio percorso dei cavi e dei territori che connettono. Sarebbe impossibile mappare esattamente la posizione dei cavi vista la complessità delle operazioni di posatura e la profondità degli oceani.

Cavi marini in fibra ottica: chi si occupa di proteggerli?

Per farvi comprendere l’importanza di tale infrastruttura, secondo il forum di cooperazione economica Asia-Pacifico, il 97% del traffico internet mondiale viaggia attraverso i suddetti cavi marini. Ma chi si occupa di proteggerli?

Una nave pronta a partire per posare nuovi cavi marini in fibra ottica. I cavi sono successivamente fissati al fondo del mare.

Ecco, sebbene sia visibile come essi siano di evidente importanza strategica per i Paesi coinvolti, si fa relativamente poco per proteggerli. Infatti, negli ultimi mesi le autorità della Difesa di diversi Stati hanno iniziato ad avvertire possibili minacce a questa infrastruttura (o sue porzioni).

Le parole maresciallo dell’Aeronautica Sir Stuart Peach, un ufficiale del Regno Unito, preoccupano non poco:

“C’è un nuovo rischio per il nostro modo di vivere, che è la vulnerabilità dei cavi che attraversano i fondali marini. E’ facile immaginare uno scenario in cui questi cavi vengano tagliati o interrotti, il che avrebbe immediatamente e potenzialmente conseguenze catastrofiche sulla nostra economia e su altri modi di vivere“

Un po’ di storia sulle navi posacavi

Una nave posacavi è un tipo di nave equipaggiata e pronta per la posa di cavi sottomarini. I cavi in questione possono avere utilità diversa, dal trasporto di energia alle telecomunicazioni, ma le più realizzate a partire dal 1980 sono quelle per la posatura di cavi in fibra ottica.

Le navi in questione sono dotate di diverse vasche di raccolta, adibite allo stoccaggio dei cavi, e di diverse macchine per la posa dei cavi. Troviamo anche attrezzature per il controllo dei cavi (e del loro funzionamento) durante la posa. Un’altra categoria a sè stante di navi sono quelle specifiche e adibite alla riparazione dei cavi.

Litografia colorata a mano della SS Great Eastern, la grande nave di IK Brunel come immaginata dall’artista al suo varo nel 1858. Credits: wikipedia

I cavi in fibra ottica sono di recente utilizzo, ma il primo vero cavo sottomarino transatlantico fu posato da navi di questo tipo negli anni a cavallo tra 1857 e il 1858. Questa titanica operazione, permise la comunicazione tramite telegrafo tra l’Europa e il Nord America. La linea fù successivamente rimpiazzata da due cavi transatlantici posati nel 1866 dalla nave Great Eastern.

Gabriele La Greca

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