Ritrovata una macchina Enigma nelle profondità del Mar Baltico

“Enigma è una… è una macchina molto ben progettata. Il problema è che noi usiamo le persone per decifrarlo. E se invece solo una macchina potesse battere un’altra macchina?” così affermava Alan Turing, o meglio, Benedict Cumberbatch, nel film “The Imitation Game”. Perché è stato proprio quello il pensiero che portò i polacchi, e poi gli inglesi, a decifrare quella che sembrava una macchina infallibile. Pochi giorni fa, grazie a un team di subacquei tedeschi, è stato ritrovato un esemplare della macchina Enigma nelle profondità del Mar Baltico.

La macchina Enigma nella storia

Macchina Enigma Mar Baltico
Soldati nazisti intenti a decifrare un messaggio con Enigma. Credits: Flying Heritage & Combat Armor Museum

Apparsa per la prima volta nel 1918, Enigma fu la figlia prodiga di Arthur Scherbius, costruita dopo che egli riuscì ad ottenere un brevetto. Scherbius si ispirò al disco cifrante (considerato il primo sistema polialfabetico della storia) del matematico italiano Leon Battista Alberti. Enigma era un dispositivo elettromeccanico, molto simile a una macchina da scrivere, che serviva a cifrare e decifrare messaggi, usata dalle forze militari naziste durante la Seconda Guerra Mondiale.

C’è chi crede che sia stato Alan Turing, insieme ai servizi segreti inglesi, a decifrare Enigma per la prima volta. La verità è che sono stati, invece, i servizi segreti polacchi. Un gruppo di matematici polacchi, tra cui Marian Rejewski, Jerzy Różycki e Henryk Zygalski, furono i primi a progettare una seconda macchina, chiamata Bomba, che riuscì a decifrare Enigma nel 1932.

Successivamente, nel 1939, dopo che i tedeschi avessero apportato delle modifiche a Enigma, il progetto fu dato agli inglesi. I nazisti avevano introdotto una sistema a cinque rotori dei quali venivano usati 3 al giorno: questa mossa moltiplicava per sessanta le combinazione possibili impedendo a Bomba di decifrare in tempo i messaggi. Gli inglesi, soprattutto grazie ad Alan Turing, riuscirono a trovare un sistema che velocizzava notevolmente il processo grazie alla riprogettazione di Bomba, noto con il nome in codice Ultra.

La macchina Enigma: il prezioso ritrovamento nel Mar Baltico

Macchina Enigma Mar Baltico
Il prezioso ritrovamento. Credits: Florian Huber

“Un collega si è avvicinato e ha detto: c’è una rete con dentro una vecchia macchina da scrivere”,

FLORIAN HUBER, CAPO SUBACQUEO

A ritrovare Enigma sono stati dei ricercatori subacquei della società di Kiel Submaris. Erano stati incaricati dal WWF di ricercare le reti da pesca abbandonate grazie all’utilizzo di un sonar a vista laterale. La macchina nazista era rimasta impigliata in una delle reti che giace sul fondo del mare nella baia di Geltinger.

Huber pensa che questo esemplare di Enigma sia stato perso durante una battaglia che ebbe luogo alla Baia di Geltinger. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio 1945, gli equipaggi di circa cinquanta sottomarini affondarono volontariamente i propri veicoli per non doversi consegnare alle potenze vittoriose. Quindi questo esemplare di Enigma è stata indisturbata nelle profondità della baia per 75 anni, fino a oggi.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, più di 200 sottomarini affondarono nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, inclusi Flensburg, Eckernförde, Cuxhaven, Bremerhaven e Wilhelmshaven. Tra il 1948 e il 1957 i sottomarini furono sollevati dal fondo della Baia di Geltinger e poi demoliti.

Lo storico navale Jann Witt, dell’Associazione Navale Tedesca, invece, crede che la macchina, che ha tre rotori, sia stata lanciata in mare da una nave da guerra tedesca negli ultimi giorni della guerra. Witt considera che sia meno probabile che provenisse da un sottomarino affondato poiché gli U-Boot di Adolf Hitler utilizzavano le macchine Enigma a quattro rotori, più complesse.

La macchina Enigma: dal Mar Baltico al Museo di Archeologia

Macchina Enigma Mar Baltico
Enigma nelle profonità del Mar Baltico. Credits: Florian Huber

Attualmente la macchina si trova in fase di restauro al Museo di Archeologia nel Castello di Gottorf nella regione tedesca dello Schleswig-Holstein. Secondo il capo dell’ufficio archeologico, Ulf Ickerodt, il processo di restauro potrebbe richiedere circa un anno. In un primo momento, Enigma dovrà affrontare un processo di desalinizzazione per poi essere restaurata in ogni sua parte.

Una volta finito questo processo, la macchina verrà esposta al museo. Secondo la legge sulla protezione dei monumenti dello Schleswig-Holstein, l’Enigma è un ritrovamento archeologico e quindi appartiene allo stato. Furono costruiti molti esemplari della macchina Enigma ma sono molto pochi quelli che sono arrivati fino a noi. Ogni ritrovamento rappresenta una prezioso pezzo di storia che viene recuperato.