I container rappresentano, ad oggi, l’unico modo per trasportare in sicurezza un carico da uno stato ad un altro. Il carico può essere chiuso all’interno del container che viene poi caricato nella stiva della nave portacontainer che effettua il trasporto.
La crisi pandemica ha rallentato il traffico commerciale, infatti sempre più navi ritardano le consegne a causa dei porti di sbarco chiusi.
Un fenomeno che si verifica in ogni angolo del pianeta, in special modo in Italia che sta vivendo, a macchia di leopardo, un nuovo lockdown.
A far eccezione è il comparto cinese. Una realtà commerciale in continua espansione e che possiede una fetta molto sostanziosa della torta di shipping mondiale.
Questa disparità comporta enormi difficoltà di gestione e un ulteriore rallentamento del traffico navale verso coste diverse da quelle cinesi.
Trasportare infatti un carico da uno stato ad un altro è una sfida che si compone di molteplici variabile. È necessario che sia disponibile un adeguato numero di container per stivare la merce e che sia disponibile il posto a bordo della nave commerciale.
È notizia di questi ultimi giorni, che in Italia e in quasi tutta Europa, è impossibile trovare un container di 40’ disponibile. Tutti i container Italiani si trovano già a bordo delle navi o fermi nei nostri porti in attesa di essere caricati. Il problema non sussiste al momento per i container da 20’ ma che vengono poco impiegati dalle grandi compagnie perché è più difficile ammortizzare i costi di locazione.
Tutti i container da 40’ liberi risultano occupati e prenotati dalla Cina, probabilmente a causa del ritorno al boom economico del Dragone cinese.
L’allarme è stato lanciato da Evergreen Shipping Agency Italy che ha momentaneamente sospeso l’accettazione dei container da 40’ per diversi stati asiatici.
Paolo Federici, figura di spicco nello shipping europeo ha raccontato sul suo blog questa difficoltà di reperimento di container vuoti in Italia.
Alice Arduini, manager di Etex Logistic, illustra molteplici cause che potrebbero essere alla base del problema.
L’ipotesi più diffusa è che tutti i container prodotti fino ad oggi si trovano fermi a bordo di navi ancorate al largo dei porti commerciali, in attesa di autorizzazioni per lo sbarco. Tempi di attesa molto lunghi, dovuti all’accumulo di merci e di misure di contenimento del contagio da Covid-19.
Un ulteriore causa potrebbe dipendere dal fatto che il traffico commerciale transpacifico è cresciuto negli ultimi anni. Ciò comporta tempi di navigazione molto lunghi e quindi container stivati a bordo che non possono essere rivenduti per nuove compagnie in attesa.
Anche una sbagliata gestione dei vuoti ha reso l’emergenza in Italia concreta.
Con il rientrare dell’emergenza da Covid-19 ci sarà sicuramento un miglioramento della gestione commerciale e una riduzione dei tempi di attesa.
Anche una riduzione dei costi di locazione dei container di dimensioni minori permetterebbe di ammortizzare i costi di gestione e di trasporto. Ciò favorirebbe l’utilizzo dei container da 20’ anche per spedizioni molteplici. In attesa di un vaccino che riporti tutto alla normalità e ai frenetici ritmi commerciali che si accavallano in questo periodo buio.
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