Il mare è pieno di misteri, avvenimenti e leggende di spaventose navi fantasma. Molte vicende sono state tramandate, altre hanno ispirato celebri romanzi, film e canzoni. Leggerai in questo articolo le 5 storie più spaventose storie dal team di MarineCue.
Il tedesco Manfred Fritz Bajorat, da Twistende, Nord Reno-Westfalia, si perde all’età di 59 anni. Il navigatore solitario scompare nel 2005 mentre era in viaggio a bordo del suo Jeanneau Sun Magic yacht di 13 metri. La polizia del distretto di Barobo, nelle Filippine, dà la notizia del ritrovamento solo il 26 febbraio 2016. Alcuni pescatori trovano l’imbarcazione a circa 100 metri dalla costa filippina, descrivendo la spaventosa scoperta con toni inquietanti. L’imbarcazione e ciò che era a bordo tanto ricordava le spaventose navi fantasma.
La barca non presentava danni né traccia di manomissioni, eppure il corpo senza vita di Fritz giaceva sul tavolo accanto alla radio. Secondo i medici è stato probabilmente un attacco di cuore a stroncare la vita del povero Fritz ma molte cose non tornano. La foto del defunto diventa virale e tutti sono d’accordo nel considerarlo una vera e propria mummia dei mari!
Il corpo di Fritz non ha subito danni dalla salsedine, dall’umidità o da uccelli marini e nonostante siano passati anni dal suo ritrovamento, non ci sono evidenti segni di putrefazione diversamente da come ci si attenderebbe.
In Germania molti sottolineano il frequente ritrovamento di cadaveri intatti nei mari freddi conservati per le basse temperature, sollevando altri dubbi sul mistero. Gli amici di Fritz lo descrivono come un lupo di mare che odia il freddo: un capitano che dunque mai avrebbe navigato nei mari gelidi. Come si è conservato allora il suo corpo?
Degli oggetti a bordo manca il portafoglio ma tutto il resto è al suo posto. Perché il portafoglio è scomparso mentre tutti gli altri oggetti di valore sono sulla barca? Che ci fosse un’altra persona a bordo? Secondo gli inquirenti è da escludersi nonostante le cose non tornino. La polizia delle filippine ammette di non riuscire a spiegare il mistero e porre fine a terrificanti congetture:
Non ci sono prove di una seconda persona salita a bordo oltre la vittima: il caso Bajorat è un’enigma per noi.
Preferiamo non pubblicare la foto del defunto nonostante abbia già fatto il giro del mondo ma consigliamo ai più sensibili di non cercarla su internet.
Tra le navi fantasma troviamo la Carroll A. Deering. Il 31 gennaio del 1921 una nave si incaglia nelle Diamond Shials, North Carolina. I soccorsi raggiunsero la nave solo il 4 febbraio a causa delle pessime condizioni metereologiche e la trovarono deserta. Gli unici a bordo erano due gatti: dell’equipaggio non si trovò traccia. Anche il carico non c’era più e tutto ciò risultò da subito un mistero.
La Deering partì dalla Virginia il 22 agosto 1920 per raggiungere Rio de Janeiro colma di carbone. Prima della partenza, sia il capitano William H. Merritt, che il figlio, nonché primo ufficiale Sewall, si ammalarono. Non fu semplice trovare i sostituti ma alla fine gli incarichi passarono a W. B. Wormell, nel ruolo di capitano e Charles B. McLellan, nella funzione di primo ufficiale.
Secondo alcuni, durante una sosta dal viaggio il capitano Wormell incontrò un vecchio amico che gli suggerì di non fidarsi dell’equipaggio ad eccezione di Herbert Bates. Il 28 gennaio il guardiano del faro Jacobson di Cape Lookout fu l’ultimo ad osservare la Deering. Jacobson riportò varie stranezze che notò a bordo e riferì che un marinaio dai capelli rossi lo avvertì del fatto che la nave viaggiasse priva dell’ancora. Il 31 gennaio la nave si incaglia e l’11 aprile del 1921, sulla spiaggia del North Carolina, viene recuperata una bottiglia con il seguente messaggio:
Deering catturata. Hanno preso tutto e ammanettato l’equipaggio. Equipaggio nascosto in tutta la nave. Nessuna possibilità di fuga. Avvertire la compagnia Deering.
Ci sono più ipotesi ma la mancanza di prove lascia una densa nuvola di mistero attorno alla nave. Alcuni sostengono che la nave sia stata colpita da un uragano; secondo altri fu vittima di pirateria. Non sono da escludersi nemmeno le ipotesi di ammutinamento o di traffici illeciti. Ad ogni modo la nave non ha danni riconducibili ad uragani; non sono stati trovati pirati attivi nella zona ed appare impossibile che tanti marinai siano riusciti a fuggire inosservati. Una nave usata per il contrabbando non viene così abbandonata e di certo solleva dubbi il messaggio ritrovato come la totale scomparsa del carico. Analizzando il messaggio si è scoperto che questo provenisse dal Brasile e ci sono pochi dubbi sul fatto che l’abbia scritto proprio Herbert Bates. Un vero e proprio mistero irrisolto che fa della Deering una delle tante navi fantasma.
La leggenda della Octavius risale al XVIII secolo ed è a giusta ragione una tra le più terrificanti storie sulle navi fantasma. La sua è una famosissima leggenda nei paesi anglosassoni ma poco conosciuta in Italia. Il giorno 11 ottobre del 1775 il capitano della baleniera Herald trovò la nave Octavius con l’equipaggio completamente congelato. Il diario di bordo, anch’esso congelato, presenta l’ultima annotazione il giorno 11 novembre 1762: la nave ha navigato fra i ghiacci 13 anni!
Misterioso è il fatto che tutti i cadaveri congelati tenevano una penna tra le dita; tutti tranne una donna, un marinaio ed un ragazzo che invece stringono una scatola per la polvere. La Octavius lasciò l’Inghilterra per giungere in Cina: nel viaggio di ritorno qualcosa ha impedito al capitano di tornare a casa. L’ultima posizione registrata posiziona la nave in Alaska ma il ritrovamento avviene in Groenlandia. Difficilmente un mercatile a quell’epoca avrebbe tentato il Passaggio a Nord Ovest, forse la Octavius si è solo spinta troppo a Nord rimanendo intrappolata tra i ghiacci.
Dopo aver recuperato il diario di bordo e stabilita la morte per assideramento, la Herald abbandonò la Octavius così come l’aveva trovata. I balenieri erano infatti atterriti da quanto avevano visto: leggende di navi fantasma, mostri marini e credenze varie alimentarono la paura. Il capitano richiamò gli uomini a bordo e di certo loro non se lo fecero ripetere una seconda volta. Si tentò in seguito di condurre altre indagini ma… la Octavius non c’era più! La nave probabilmente ha continuato a navigare nei mari gelidi con a bordo cadaveri congelati.
Tra le navi fantasma la più celebre è forse l’Olandese Volante. Ai giorni nostri è sicuramente conosciuta nella versione presentata dalla serie di film “Pirati dei Caraibi” con protagonista l’affascinante Johnny Depp nei panni di Jack Sparrow. La nave del film non è però quella della tradizione e sicuramente il capitano Davy Jones ed i suoi tentacoli sono lontanissimi dal capitano Hendrick Van der Decken della leggenda. Il capitano olandese si trova a corto coi tempi e per velocizzare il suo viaggio di ritorno in Olanda decide di attraversare una tempesta.
L’equipaggio tenta in tutti i modi di cambiare rotta ma il capitano non accetta ammutinamenti, arrivando persino ad uccidere uno dei suoi uomini. Con tono arrogante giura di completare il suo viaggio, sfidando la natura e l’Onnipotente. Secondo la leggenda un angelo scese sulla nave e condannò il capitano e la sua ciurma a navigare in eterno senza mai approdare.
Dalla seconda metà del XVII secolo i marinai sostengono di aver visto la nave fantasma apparire e scomparire oltre l’orizzonte. Secondo la comunità scientifica è probabilmente un miraggio eppure, tale miraggio, è enormemente documentato. Avvistamenti, racconti, romanzi e musiche parlano del veliero fantasma come vero. Che fosse o meno un miraggio, è certo che coloro che l’hanno visto lo descrivono tutti nello stesso modo.
Se vuoi saperne di più, sulle altre versioni e sul parere scientifico, non perderti il nostro articolo a riguardo: Olandese volante: la leggenda del veliero fantasma
Quella della Mary Celeste è una storia che va nell’elenco delle navi sfortunate tanto quanto in quello delle navi fantasma. La nave fu varata in Nuova Scozia nel 1861 con il nome di Amazon, prese poi il nome di Mary Celeste nel 1869. Il brigantino fu subito oggetto di dicerie in quanto vittima di molti eventi sfortunati: scontri con altre navi, incendi improvvisi e la morte dei tre capitani non sfuggono alle superstizioni che sempre accompagnano i marinai. Nel dicembre del 1872, il brigantino americano viene avvistato dal capitano David Morehouse al largo delle Azzorre navigare senza equipaggio.
Le vele sono in gran parte squarciate ed il ponte pieno d’acqua, così come le stive allagate di almeno un metro. Il mistero comincia a rivelarsi tale quando durante l’ispezione emerge che la cambusa è ricca di cibo, non ci sono tracce di sangue a bordo e gli oggetti di valore sono ancora presenti. Si escludono dunque efferati omicidi, attacchi di pirati o la morte per fame. Cosa davvero inquietante è che nonostante tutto il carico è intatto, mancano alcuni strumenti di navigazione come la scialuppa di salvataggio, mentre il diario del capitano fu aggiornato l’ultima volta il 25 novembre! La nota riporta che i marinai hanno avvistato terra ma nulla si sa dei successivi giorni.
Durò 3 mesi l’inchiesta americana e britannica che intendeva far luce sul mistero. Molte furono le successive ispezioni a bordo e sott’acqua dei migliori sommozzatori: nulla emerse dalle ricerche. Su questo mistero ci sono diverse teorie e molte partorite da leggende e credenze. Escludendo l’azione di mostri marini ed eventi soprannaturali, le ipotesi più seguite parlano di ammutinamenti, omicidi premeditati, truffe assicurative finite male, uragani e maremoti.
C’è anche un bizzarro caso di fake news: Abel Fosdyk racconta di essere stato un clandestino e di aver osservato morire l’equipaggio a seguito di un attacco da parte di squali. Molte incongruenze, tra cui l’inesistenza stessa di un personaggio chiamato Abel Fosdyk, bollano la notizia come falsa: fake news d’altri tempi per sciacallare sulle disgrazie altrui.
La teoria maggiormente accreditata è quella secondo cui l’equipaggio si allarmò per la combustione dei vapori dell’alcol trasportato. Temendo l’esplosione, l’equipaggio abbandonò la nave a bordo della scialuppa: contando di recuperare la nave a breve una volta passato il pericolo, legarono la piccola barca alla Mary Celeste con una fune. La distrazione di lasciare le vele spiegate fu fatale: una tempesta portò via la nave e la forza di trazione spezzò la corda lasciando così i marinai nell’oceano privi di rifornimento.
La teoria è confermata dal fatto che una successiva ispezione rilevò nove barili vuoti. Nel 2005 lo storico tedesco Eigel Wiese creò un modello della Mary Celeste con gli scienziati dell’Università di Londra e dimostrò la teoria ricreando le condizioni dell’esplosione. Un piccolo incendio bastò a spaventare gli uomini senza però lasciare danni all’interno della nave.
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