Col termine “polena” si indica una scultura posta a prora delle navi. L’origine della polena è però molto antica e la sua storia è ricca di credenze, superstizioni e simbolismo. In questo articolo si parlerà della storia di queste meravigliose sculture e della loro progressiva scomparsa.
Gli Antichi Egizi già ornavano le loro navi con raffigurazioni lignee di uccelli sacri. I formidabili navigatori fenici preferivano invece ispirarsi ai cavalli. Le navi greche e latine avevano teste di cinghiale e lupi montate sulla prua. Secondo gli studiosi, tali raffigurazioni avevano lo scopo di augurare all’imbarcazione l’abilità dell’animale rappresentato. Secondo tale ipotesi le navi egizie erano protette, quelle fenici veloci e quelle greche e romane superavano tutte in ferocia.
La polena è presente anche nel medioevo. L’arazzo di Bayeux, conosciuto anche con il nome di “Arazzo della regina Matilde”, rappresenta navi vichinghe con polene sulla prua. I Monaci dell’abbazia di Sant’Agostino di Canterbury, raffigurando la conquista normanna dell’Inghilterra avvenuta nel 1066, hanno disegnato polene con la forma di leoni e draghi.
Nei secoli la prua delle navi si modifica: la sua estremità da dritta diviene tondeggiante e piegata all’indietro. La nuova forma delle prue potrebbe aver ispirato il nome della polena. La parola deriva infatti dal francese “poulaine” con cui si chiamava una scarpa medievale a punta molto diffusa tra il XII e il XV Secolo. Il termine venne dunque poi usato per indicare solo la scultura posta a prora.
Le navi aumentano di dimensione nel corso della storia ed anche le polene cambiano forma.
La polena diventa il simbolo della potenza navale non solo della singola unità ma del regno che rappresenta. Le navi da guerra divennero dei veri e propri simboli di potere e le decorazioni divennero sempre più complesse. Nel 1700 gli ornamenti divennero così numerosi che la Royal Navy cominciò a regolamentarli e limitarli. La figura più gettonata restò il leone fino al XVIII secolo, aggressivo, forte e veloce; in seguito ci si ispirò a figure mitologiche o umane. In alcuni casi la polene servivano per identificare univocamente un vascello: rappresentando il nome della nave, era d’ausilio ai marinai incapaci di leggere.
Il primo tentativo di abolire la scultura avviene nel 1796. Per le nuove navi dell’epoca venne proibita la costruzione della polena ma tale ordine fu spesso trasgredito. Secondo molti navigatori, una nave priva di polena era una nave sfortunata. L’uso della polena è sempre stato legato all’evoluzione dei grandi velieri, ecco perché il suo tramonto accompagna quello dei vascelli. Con la fine delle Guerre napoleoniche le polene perdono di importanza. Nel XIX secolo le navi d’acciaio sostituiscono quelle in legno e l’architettura navale cambia radicalmente. L’eliminazione del bompresso, ovvero l’albero montato a prua, porta alla rimozione della polena, essendo tradizionalmente collocata proprio sotto di questo. L’ultima nave della Royal Navy con polena era la HMS Espiègle. Smantellarono la HMS Espiègle nel 1923 e la sua polena è ora conservata nel Museo Nazionale della Royal Navy.
La polena nasce come elemento scaramantico contro le forze avverse nemiche dei marinai o per ingraziarsi le divinità. Nella tradizione orientale disegnare occhi o creature sulle imbarcazioni le rendeva vive. Le navi erano capaci di riconoscere autonomamente la rotta e difendersi dai pericoli. In età moderna la polena subisce l’influenza delle correnti artistiche e diventa pretesto artistico soprattutto con l’avvento del Barocco. Nel 1543 lo scrittore inglese Jeffrey Bythane descrisse la decorazione dei vascelli come necessaria per il prestigio di una nazione. Fu proprio in Inghilterra che le navi s’adornarono di stucchi e dorature, copiate poi da altre potenze navali. Attualmente si possono osservare le polene ornare le navi scuola ma per lo più esse sono conservate nei musei. Molte città nel mondo possiedono polene smantellate o repliche nei propri musei navali che caldamente si consiglia di visitare.
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