In questi mesi difficili e chiusura delle strutture formative, quattro studenti di Ingegneria Navale Magistrale, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II non si sono scoraggiati. Con l’ausilio dei nuovi software per la comunicazione e didattica a distanza hanno sviluppato il progetto di un ROV (Remotely Operated Vehicle).
Tale progetto è nato come lavoro studentesco durante il corso di PAM (Progettazione per l’Additive Manufacturing) tenuto dal docente Massimo Martorelli, professore di disegno e metodi dell’ingegneria industriale.
Manta, il nome del veicolo, è anche l’acronimo di Marine Autonomus Navigation Technology Assistence.
E’ stato sviluppato interamente con software CAD ed è stato dal principio pensato per aderire a più criteri. Il primo step è stato quello di predisporre il progetto a missioni di sorveglianza e ricerca scientifica.
Dunque munirlo di strumenti per la comunicazione subacquea verso altri veicoli o stazioni. Inoltre si è cercato di ottenere una geometria piccola e sottile, nonché stampabile in qualsiasi stampante 3D.
Per la forma del mezzo si è ragionato secondo i principi della biomimetica. Idea recente che vede la natura e gli esseri viventi come fonte di ispirazione per migliorare i processi ed i risultati tecnologici. Ciò ha condotto alla manta, animale che dona il nome al ROV. Dalla forma piena di una manta, si è passato alla rimozione del materiale in eccesso tramite software di generative design e di ottimizzazione topologica.
Il risultato è caratterizzato da una riduzione del materiale necessario per la stampa del ROV pur preservando le caratteristiche meccaniche necessarie per sopportare le sollecitazioni agenti.
I volumi interni sono stati attentamente suddivisi per favorire l’alloggiamento di componenti essenziali per la funzione del ROV.
Si tratta di componenti funzionali, quali sistemi per la comunicazione acustica, Imu, videocamera, luci led e tanto altro. La propulsione è garantita da una coppia di eliche posizionate sul retro del modello, mentre lo spostamento verticale è ottenuto da idrogetto. I materiali di stampa e i componenti sono stati attentamente studiati per non generare inquinamento ambientale e acustico.
Spiegano i membri del team:
“ Il progetto è frutto del risultato del corso di Progettazione per l’additive manufacturing, corso tenuto dal docente Ing. Massimo Martorelli, importante punto di riferimento della progettazione di additive manufacturing.
A ciò si è aggiunta la passione per i mezzi subacquei e la voglia di sviluppare un progetto di concreta utilità, qualcosa che permettesse sia di studiare i mammiferi da vicino senza apparire loro come un pericolo, sia un mezzo adatto per la sorveglianza militare dei fondali, grazie alla sua forma stealth ai radar. Un mezzo ancora in fase di sviluppo,ma dalle grandi potenzialità.
Il corso ha fornito una visuale sulle moderne tecniche di stampa 3D e sulle diverse fasi di progettazione, partendo del CAD fino al pezzo finito. Un corso tenuto in maniera telematica in pieno lockdown ma egregiamente gestito dal docente che ha piantato in noi il seme della curiosità e dell’interesse verso questo settore per molti di noi completamente sconosciuto, corso tenuto anche in collaborazione dell’ing Stefano Papa.”
Con i migliori auguri per gli studenti ci aspettiamo di vedere altre idee e progetti innovativi come questo.
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