Articolo a cura di Gianvincenzo Gravina
Quotidianamente si parla dell’ultilizzo di scrubber nel settore nautico. Infatti a decorrere dal 1° gennaio 2020, entra in vigore la normativa IMO che impone un tenore di zolfo nel combustibile navale pari allo 0,5%, rispetto ai 3,5% del passato.Tale riduzione permette così di abbassare le emissioni di ossido di zolfo (SOx) ed altri particolati, dannosi per l’ambiente e per la salute umana.
Per rispettare tale normativa, le società armatrici hanno intrapreso tre strade:
Nell’ambito della gestione di una nave il costo del carburante è il fattore più oneroso.
Immaginiamo infatti usare dei carburanti più raffinati quanto vada ad influire sul budget. Inutile dire che per l’applicazione di un impianto innovativo (come LNG o fuelcell) è molto complicato nonché oneroso da effettuare su una nave già esistente.
Una delle soluzioni applicate dalle società armatrici è quella di aggiornare le flotte andando ad installare gli scrubber.
I Sea Water Scrubber (SWS) sono dei sistemi di “lavaggio” dei gas di scarico prima che si immettono in atmosfera. Questo è costituito da una struttura cilindrica, solitamente collocata nella ciminiera, in cui vengono fatti defluire i gas di scarico dei motori termici e dove viene spruzzata acqua di mare,col fine di ottenere una riduzione degli ossidi di zolfo. Il principio di funzionamento si basa su due fenomeni, il discioglimento di SOx nelle gocce d’acqua e la reazione tra gli alcalini (presenti di natura nell’acqua di mare) e SOx disciolta.
Per far si che il fenomeno di lavaggio sia efficace, l’interazione tra acqua e gas deve essere il più duraturo possibile, pertanto maggiori sono le dimensioni dello scrubber (sempre in relazione ai volumi preesistenti della nave) tanto più sarà efficiente.
Oltre all’ingombro, uno degli svantaggi consiste nello smaltimento delle acque usate per desolforare i gas di scarico. Vi sono due tipi di sistemi: closed loop, open loop.
Negli impianti closed loop le acque vengono stivate dentro delle casse per poi essere scaricate e trattate a terra.
Il vantaggio di installare questo tipo di sistema sta nel fatto che si possono usare gli scrubber anche in porto senza rischiare sanzioni per reato inquinamento ambientale.
Nei sistemi open loop, l’acqua di lavaggio viene fatta passare per un filtro che servirà a trattenere eventuali particelle inquinanti per poi finire fuori bordo.
Sui retrofit di navi già esistenti l’open loop è quello preferito grazie ai costi contenuti e alla minor quantità di componenti che lo costituiscono.
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