Bordo libero: cos’è e come si calcola

Attraverso l’imposizione del cosiddetto bordo libero, cioè la distanza misurata su una perpendicolare tra il ponte stagno e la linea di galleggiamento, viene definita la massima immersione che la nave può avere durante una traversata. Il bordo libero dipende dalla zona marina, dalla stagione e dalla lunghezza della nave; le corrispondenti immersioni sono segnalate da marche, praticate sul fianco della nave.

Le 5 regole che la nave deve soddisfare

La Convenzione Internazionale sulle Linee di massimo carico approvata dall’IMO è finalizzata a garantire il trasporto del carico in sicurezza, specialmente in condizioni particolarmente avverse.

  1. La nave sia strutturalmente adeguata per l’immersione assegnata.
  2. Abbia adeguata stabilità per svolgere il suo servizio.
  3. Abbia lo scafo assolutamente stagno dalla chiglia al ponte di bordo libero e adeguatamente stagno al di sopra del ponte di bordo libero.

La differenza tra le due definizioni si basa esclusivamente sulla capacità di tenuta stagna delle strutture, e si calcola attraverso delle prove.

Se si dovesse fare un’apertura sul fondo, ad esempio una presa a mare per l’acqua di zavorra, per sfruttare il battente idrostatico (maggiore pressione); come si rende tale apertura assolutamente stagna? Tramite un’adeguata valvola che deve reagire al carico di pressione a cui è soggetta, ossia il battente idrostatico più un margine di sicurezza. Nel caso in cui non ci fosse nessuna apertura, lo scafo ha già di per sé una sua continuità, ossia non permette l’ingresso di acqua.

Se viene praticata un’apertura sul ponte, ad esempio una boccaporta, la norma richiede che sia adeguatamente stagna: i sistemi di chiusura devono essere in grado di reagire ad uno “spruzzo” d’acqua, il collaudo che si fa è la spingardatura (sorta di pioggia) sulle varie aperture.

4. Abbia una piattaforma di lavoro per l’equipaggio che sia sufficientemente alta dalla water line massima, per consentire movimenti sicuri sui ponti esposti in mare alto.

Come viene garantita? Tramite l’insellatura! Con il ponte dritto, in mare mosso, sulle aperture presenti sul ponte si crea un battente d’acqua! La chiusura dovrebbe reagire a una pressione molto più alta di quella che è stata provata. Così grazie all’insellatura si preserva l’integrità della tenuta del ponte e dell’intero scafo.

5. Abbia una sufficiente riserva di spinta in modo da reagire a carichi eccezionali d’onda e quindi non essere in pericolo in condizioni di mare severo.


Se entra acqua, tramite le aperture sul ponte non chiuse bene o una falla nello scafo, la linea del galleggiamento massimo cambia, una volta superata la riserva di galleggiabilità la nave affonda. Il bordo libero rappresenta una riserva di galleggiabilità della nave.

Non devono soddisfare le norme le navi da guerra, le navi lunghe meno di 24 metri, le navi da diporto non impegnate in traffici commerciali e le navi da pesca; non si applicano nemmeno alle navi esclusivamente adibite alla navigazione: sui grandi laghi del Nord America, sul Mar Caspio, su il Rio della Plata.

Come si leggono le marche del bordo libero

Le immersioni sono segnalate da marche, dette di bordo libero, praticate sul fianco della nave. Sono costituite da un cerchio, detto occhio di Plimsoll, attraversato da una striscia orizzontale, il cui orlo superiore corrisponde all’immersione massima in acqua di mare durante l’estate, e da un pettine composto da una striscia verticale intersecata da strisce orizzontali, le quali segnano con il loro orlo superiore le linee di carico, in particolare:

  • S in estate
  • T in acque tropicali
  • F in acque dolci
  • TF in acque dolci tropicali
  • W in inverno
  • WNA in inverno nel Nord Atlantico.

Ovviamente nei primi casi, poichè la riserva di galleggiabilità è più bassa, è possibile imbarcare più carico.