Il timone rappresenta l’organo di governo della nave durante la navigazione, ossia di modificare la direzione di avanzamento, insieme all’elica di propulsione e di manovra, le ancore e i cavi. Breve introduzione al progetto architettonico del timone.
Articolo a cura di: Gianvincenzo Gravina
Il timone è l’organo destinato al corretto governo della nave, intendendo per governo la capacità di condurre la nave lungo una rotta prestabilita e di poterla evoluire. Il progetto architettonico del timone consiste nel determinarne la forma, l’area e il profilo; in tale procedura il progettista non è libero di esprimersi, ma dovrà rispettare delle condizioni al contorno.
La pala, per poter svolgere il suo compito, dovrà avere una superficie di controllo. Quindi si mette in relazione l’area del timone con l’area del piano di deriva della nave, poichè la resistenza dovuta all’opera viva dovrà essere vinta dalla forza che agirà sulla superficie di controllo.
Pertanto, andando a semplificare la pala con una lastra piana bidimensionale, con l’asse di rotazione coincidente col bordo d’ingresso del flusso, avremo che:
Dove:
Nella realtà navale il timone non ha l’asse coincidente con il bordo d’ingresso (una condizione del genere la troviamo nelle piccole imbarcazioni da diporto), se fosse così il momento torcente che la pala deve vincere sarebbe elevatissimo. Quindi si effettua il “bilanciamento del timone” andando a spostare l’asse verso il centro di pressione, realizzando il timone “bilanciato” o più comunemente “compensato”.
Definiamo quindi il grado di compenso come il rapporto tra l’area della pala avanti all’asse e l’area totale della pala. Si noti che se si dovesse avere l’asse passante per il centro di pressione, il timone diventerebbe instabile. Questo significa che anche nella sua posizione di riposo, il flusso che investe la pala ne andrà a modificare l’angolo di brandeggio, obbligando l’impianto di potenza a riportare il timone nella posizione iniziale continuamente. Questo è molto dannoso perciò i timoni sono sempre semi-bilanciati (o semi-compensati).
Fino ad ora si è considerato il timone come una lastra piana bidimensionale capace di generare una forza di controllo, ma ricordando i vincoli prima descritti, il timone, essendo un’appendice, deve avere un profilo ottimizzato. Perciò considereremo il timone carenato, ovvero un timone costituito da una doppia lamiera e che abbia una volume.
Si prosegue quindi con la scelta del profilo che più si avvicina alle caratteristiche della nave.
Lo studio analitico dell’impatto della corrente sul profilo è molto complesso e non trova giustificazione. Ci sono stati vari laboratori che hanno effettuato analisi sperimentali dei fenomeni che si instaurano attorno al profilo stesso. Uno dei laboratori più famosi è il National Advisory Committee for Aeronautics ( NACA), il qual fornisce un ampio catalogo di profili madre distinguibili da un codice cifrato. La prima cifra indica la curvatura massima, la seconda fornisce la distanza del punto di massima curvatura dal bordo d’attacco, mentre le ultime due cifre indicano lo spessore massimo, tutte le misure espresse in percentuale della corda.
Come esempio prendiamo il profilo con codice 0018, questo ci dirà che è un profilo simmetrico derivante dalla serie madre 0010, avente uno spessore massimo pari al 18% della corda. I profili più utilizzati in ambito navale sono quelli con codice 64xx, particolarmente resistenti alla cavitazione, e quelli con codice 00xx caratterizzati da valori di portanza interessanti, quindi particolarmente utilizzati per i profili dei timoni.
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