Navi a comando remoto, tra sperimentazioni e prime commesse

Le navi a comando remoto sono un importante passo avanti in campo navale per evitare situazioni rischiose e per navigare in zone particolarmente complesse. L’imbarcazione sperimentata a Pechino, lunga circa 13 m e caricata per scopo dimostrativo con un container di prova, ha compiuto la circumnavigazione dell’isola di Dong Ao, provincia di Guangdong, guidata da un team di tecnici e ingegneri che, da remoto, hanno testato i vantaggi e le difficoltà della guida autonoma. La barca, chiamata “Jin Dou Yon o Hao”, alimentata con motori elettrici con i quali ha navigato ad una velocità di circa 8 nodi, rappresenta un primo importante passo verso la navigazione autonoma, ormai sempre più analizzata e studiata. Contemporaneamente, nella corsa Cinese nel settore shipping, è stata commissionata la prima unità per il trasporto merci autonoma. Si tratta di una portacontainer con capacità di 300 t, la cui costruzione inizierà nei prossimi mesi e la cui consegna è prevista per fine 2021. La nave verrà impiegata per il trasporto di container tra le varie isole Cinesi.

Commessa della prima portacontainer a guida autonoma (Fonte:FaroDiRoma)

La corsa all’utilizzo delle navi a comando remoto venne avviata pochi anni fa dalla cantieristica navale della Norvegia. Paese nel quale molti collegamenti tra i fiordi avvengono su navi a comando remoto e dati i limiti della trasmissione di segnala a distanza attualmente presenti, la navigazione tra i fiordi rappresenta una soluzione di facile adozione.

L’utilizzo delle navi a comando remoto risulta vantaggioso dal punto di vista economico in quanto la spesa totale di gestione di un’unità è stimata circa il 20% inferiore rispetto al caso di guida con equipaggio. Un altro vantaggio è sicuramente quello relativo alla sicurezza. Infatti spesso le rotte commerciali transitano in zone con condizioni meteomarine particolarmente avverse o in zone con alto rischio pirateria.

Se da una parte la tecnologia compie passi da gigante, d’altra parte viene trascurato il fattore umano, trascurando il numero ingente di marittimi e del personale specializzato che presta servizio su di un’imbarcazione e che va a formare l’equipaggio. Equipaggio che diviene un insieme di segnali elettronici nel caso delle navi a comando remoto e che presto risulterà essere un problema concreto con il quale confrontarsi, dato che la cantieristica Cinese ha già in serbo la commissione di circa 550 unità a comando remoto nel prossimo decennio.