Preghiera del marinaio, orgoglio e sostegno della Marina Militare Italiana
Molti marinai e marittimi italiani conoscono a memoria la preghiera del marinaio, un vero e proprio inno al coraggio e alla fortezza che da sempre caratterizzano la Marina Militare italiana. Ben pochi però conoscono la storia che si cela dietro questa meravigliosa preghiera.
Bonomelli, vescovo di Cremona e grande amico dello scrittore e poeta Antonio Fogazzaro chiese a quest’ultimo di formulare un inno, una poesia in onore del coraggio dei marinai italiani. Fogazzaro quindi scrisse nel 1902 un inno che desse coraggio e sostegno ai marinai italiani impegnati nelle operazioni belliche, incurante del successo che avrebbe raggiunto negli anni seguenti.
Infatti il Capitano di Vascello Cesari Agnelli, comandate dell’Incrociatore “Giuseppe Garibaldi”, colpito dal profondo significato religioso della preghiera, chiese che fosse recitata a poppa di ogni nave prima dell’operazione di ammaina bandiera e ne ottenne ben presto il permesso. Negli anni seguenti si è assunti l’obbligo di recitare la preghiera del marinaio, dai termini più militari che ecclesiastici, prima del varo di ogni unità navale militare, prima dell’ammaina bandiera, in occasione delle messe a bordo, delle funzioni religiose in memoria dei caduti e durante la navigazione al calar del sole. Il testo originale e autografato è tutt’ora conservato presso l’Ufficio Storico delle Marina Militare.
Il testo della preghiera
«A Te, o grande eterno Iddio,
Signore del cielo e dell’abisso,
cui obbediscono i venti e le onde, noi,
uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Marinai
d’Italia,
da questa sacra nave armata della Patria leviamo i
cuori.
Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la
nostra Nazione.
Da’ giusta gloria e potenza alla nostra bandiera,
comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei;
poni sul nemico il terrore di lei;
fa che per sempre la cingano in difesa petti di
ferro,
più forti del ferro che cinge questa nave,
a lei per sempre dona vittoria.
Benedici , o Signore, le nostre case lontane, le
care genti.
Benedici nella cadente notte il riposo del popolo,
benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul
mare.
Benedici!»