Dopo ben 500 anni, il mondo ancora apprezza la mente geniale di Leonardo di ser Piero Da Vinci.
Tra le numerose opere ingegneristiche da lui ideate, molte furono quelle applicate nell’ingegneria navale!
Prima di introdurre alcune delle sue invenzioni, diamo uno sguardo al contesto storico che permise di ideare tali progetti:
A causa dell’invasione di Milano da parte di Luigi XII nel 1499, iniziò per Leonardo un periodo di peregrinazioni. Tale fatto lo portò dapprima a recarsi a Mantova e successivamente a Venezia.
Giunse così nel marzo 1500 nella Serenissima, in cui fu incaricato di progettare sistemi militari difensivi in vista dell’invasione turca. Ciò stimolò la creazione di nuove spettacolari invenzioni.
Tra i progetti più famosi troviamo: La diga mobile, l’imbarcazione con propulsione a pale, la tenuta da palombaro, il doppio scafo e la draga lagunare.
Denominata anche “Cavafango” è una delle opere navali più innovative del 1500. L’imbarcazione era composta da una draga centrale posta fra due barche. Era inoltre presente una zattera ormeggiata nel centro, che aveva il compito di accumulare il materiale estratto. La rotazione della draga avveniva manualmente con l’ausilio di un meccanismo riduttore di giri. Fondamentale è notare il metodo di avanzamento della draga a mezzo del cavo di ormeggio, mediante un tamburo cilindrico su cui si avvolgeva una corda legata alla riva.
Fu progettata con lo scopo di ripulire i fondali di canali e porti.
Grazie allo scorrimento verticale del tamburo, era quindi possibile variare la profondità di escavazione rendendo l’imbarcazione adatta ad ogni fondale.
Apparì anche nella versione marittima azionata a mano, la quale precedette la costruzione delle attuali benne escavatrici meccaniche.
Inventato nel 1952 è una delle invenzioni più ingegnose create durante la permanenza di Leonardo a Venezia.
Grazie ad un sistema galleggiante situato in superficie, collegato mediante canne permetteva l’immersione del palombaro nelle profondità per lunghi periodi. Dotata di zavorre per effettuare la discesa, presentava in sé un serbatoio di pelle ermetico. Contenente aria, poteva essere gonfiato o sgonfiato mediante una valvola.
Una particolarità è data dalla spirale in acciaio inserita nei giunti coniuganti le canne per la respirazione, impedendone così lo schiacciamento a causa della pressione dell’acqua.
Si riporta, nei documenti di Leonardo, come tale sistema fu progettato per il sabotaggio delle navi militari nemiche.
L’idea fu suggerita dalla visione di un gruppo di pale mosse ad opera della corrente marina. Il sistema venne quindi ideato e progettato come sostituto della propulsione a remi fornita dai vogatori. La propulsione mediante pale rendeva inoltre il moto discontinuo, dato dalla voga, molto più regolare.
Secondo le stime effettuate da Leonardo, l’imbarcazione poteva raggiungere i “50 milia per ora” con una velocità di 50 giri al minuto della “rota del primo moto“.
L’ingranaggio così costituito da ruote a pioli e lanterna, era composto da una motrice del diametro di 15 centimetri che dotata di 12 denti, ingranava sulla condotta del diametro di circa 60cm, ciò permetteva l’aumento del momento torcente trasmissibile alle pale con conseguente miglioramento delle prestazioni.
Purtroppo il sistema così progettato, ritrovato nei disegni di Leonardo Da Vinci,
non poteva funzionare a causa del moto relativo inverso delle pale che necessitava quindi di un ulteriore meccanismo (epicicloidale).
Concludiamo quindi con una delle frasi più celebri di Leonardo Da vinci, rimanendo in tema MarineCuE, che ci ricorda la fondamentale necessità di perseguire la conoscenza scientifica come vera salvezza dell’uomo.
Quelli che s’innamorano di pratica senza scienza son come il nocchiere, che entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.
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