Non solo gli armamenti rendono forte una nazione nei periodi di guerra.
La logistica, nata in ambito militare, ricopre un ruolo centrale nel corretto approvvigionamento delle risorse, indispensabili per prevalere sul nemico.
Nella seconda guerra mondiale, le navi mercantili alleate furono bersaglio prioritario per la Germania; tra il ‘39 e il ‘42 riuscì ad affondare più navi di quelle che l’Inghilterra riusciva a costruire. Si stima che per ogni 2’000 tonnellate di navi alleate costruite, 9’000 furono affondate!
Entrati in guerra, gli USA si imposero come priorità di possedere una flotta navale capace di soddisfare le esigenze immediate e future.
Ciò comportava un quasi completo rinnovo della flotta, che contava ormai più di vent’anni d’età.
Nel 1936 fu quindi presa la decisione di espandere e rinnovare la flotta garantendo importanti supporti economici governativi, sia per la fase iniziale che per il successivo mantenimento; con la prospettiva dell’entrata in guerra del Giappone, che sempre nel 1936 rifiutò di firmare il “Secondo trattato navale di Londra”, nel 1941 il progetto di rinnovamento ebbe una brusca accelerazione garantita da un ingente aumento dei fondi.
Il progetto fu caratterizzato da una grande versatilità, ma soprattutto da una incredibile rapidità di costruzione, caratteristica combaciante con il largo uso delle nuove tecniche di saldatura che si accingevano a sostituire, nella produzione di massa, le strutture chiodate tipiche delle navi del secolo precedente
(per saperne di più, clicca qui).
Diciotto nuovi cantieri furono costruiti e centinaia di operai, tra cui un elevato numero di donne, vennero istruiti e formati molto rapidamente.
Fu così varata a Baltimora nel Maryland, il 27 settembre 1941, la “SS Patrick Henry”, prima nave del programma Liberty Ships, tipologia “Cargo”, a navigare le acque statunitensi.
Fu un evento storico per gli USA, denominato “Liberty Fleet Day”, a cui partecipò anche il Presidente Roosevelt e a cui conseguì, poche ore dopo, il varo di altre tredici navi in diversi cantieri.
Il programma Liberty diede vita a circa 2710 navi completate in soli quattro anni!
Mantenendo un ritmo in massima produzione di cento navi ogni mese, del costo di circa due milioni di dollari l’una.
Le navi prodotte precedentemente dalla Maritime Commission degli Stati Uniti erano di eccellente qualità, ma ciò non permetteva una produzione di massa così intensa richiesta dagli inglesi, che contemporaneamente alla decisione da parte degli USA di ampliare la flotta, chiesero la costruzione di sessanta navi denominate con il prefisso “Ocean”, per poter fronteggiare le ingenti perdite subite.
Tale decisione suscitò molti dubbi negli ingegneri che lavoravano al progetto, i quali non accolsero con entusiasmo l’abbassamento degli standard di qualità per privilegiare la rapidità di costruzione, pur dimostrando nel tempo, il pieno raggiungimento delle aspettative di durabilità.
Divennero quindi famose per la costruzione quasi interamente saldata e per un largo uso di prefabbricati che consentirono una rapidità mai ottenuta nell’industria navale.
Si riporta che la SS Robert E. Peary venne varata solamente 4 giorni dopo l’inizio della fabbricazione dello scafo!
La batosta per i balneari: brutte notizie per tutti, il Governo ha preso una decisione…
Finalmente conosciamo la causa che ha portato all'evaporazione del 70% del Mar Mediterraneo più di…
Una presenza pericolosa e delicata si trova all'interno di acque europee: la mossa che lascia…
L'Orient Express presenta la nuova frontiera del lusso: uno yacht superlativo pronto a solcare il…
I cittadini di Baku si sono trovati di fronte ad una scena surreale: un capodoglio…
E' terribile, "sembra" una macchina ed è pericolosa. Inutile dire che distruggerà tutto quanto ovunque…