Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, non lontano dalle coste di Terranova, affondava il transatlantico Titanic; turbonave di lusso, eccellenza tecnologica per l’epoca, affondò dopo la collisione con un iceberg.
Delle oltre 2200 persone, tra passeggeri ed equipaggio, solo poco più di 700 si salvarono; a distanza di più di un secolo, la tragedia è rimasta nell’immaginario collettivo come “metafora della superbia umana sulla natura”.
Il Titanic è stato di ispirazione per libri, articoli e film, come il celebre “Titanic” del 1997 scritto e diretto da James Cameron, con l’interpretazione di Leonardo di Caprio e Kate Winslet (la scena della porta che galleggia e l’annessa discussione sulla sua portata di peso penso sia nota a tutti, e no, non ci dilungheremo nella discussione!).
Il RMS Titanic (RMS = Royal Mail Steamer) fu frutto della rivalità all’inizio del 20° secolo tra le due compagnie di navigazione White Star Line e la Cunard Line, in una battaglia per avere il primato sulle turbonavi. Nel 1907 la Cunard presentò al mondo i suoi 2 nuovi gioielli, con l’entrata in servizio del Mauritania e del Lusitania.
Il Mauritania rimase famoso per aver battuto il record di velocità media tenuta, con 23,69 nodi (circa 44 km/h), mantenendo il titolo di transatlantico più veloce per 22 anni.
Il Lusitania invece è noto per essere stato affondato da un siluro di un U-Boot tedesco; perirono più della metà delle persone a bordo (circa 1200 persone) tra cui alcuni civili americani. Fu questo il casus belli che farà entrare gli Stati Uniti nella Grande Guerra.
Nello stesso anno l’amministratore delegato della White Star, J. Bruce Ismay, propose a William J. Pirrie (presidente dei cantieri navali Harland and Wolff di Belfast) la costruzione di 3 enormi transatlantici, che sarebbero andati a costituire la classe Olympic; ogni nave sarebbe stata lunga 269 m e larga 28,2 m e presero rispettivamente il nome di Olympic, Titanic e Britannic (in origine doveva chiamarsi Gigantic).
Il Titanic venne impostato nell’enorme cantiere di Belfast nel marzo 1909 (la sorella Olympic fu impostata l’anno precedente), lo scafo fu terminato e varato il 31 maggio 1911 e trainato al molo di allestimento, dove per tutto l’anno seguente migliaia di lavoratori completarono gli ultimi lavori, come la costruzione nei vari ponti dei sontuosi interni.
Quando la nave salpò, tra le oltre 2200 persone erano presenti a bordo ufficiali di alto rango, ricchi industriali, dignitari e celebrità dell’epoca.
Si era imbarcato il già citato J. Bruce Ismay, accompagnato dal capo progettista del Titanic, Thomas Andrews; a causa di un imprevisto dell’ultimo minuto, era assente il finanziere J.P. Morgan che con la sua compagnia marittima (la ” International Mercantile Marine”) controllava la White Star Line e che scelse Ismay come amministratore.
Il passegero più ricco era John Jacob Astor IV, erede della fortuna della famiglia Astor; era imbarcato con la seconda moglie 18enne e di 29 anni più giovane.
Altri passeggeri degni di nota furono gli anziani proprietari di Macy’s, Isidor Straus e sua moglie Ida, l’industriale Benjamin Guggenheim e il suo maggiordomo (famosi per essersi presentati entrambi sul ponte vestiti elegantemente e aver pronunciato la frase “Siamo vestiti al meglio e siamo pronti ad affondare come signori”). Infine la vedova e ereditiera Margaret “Molly” Brown; si guadagnò l’appellativo di “Inaffondabile” per aver fatto mantenere la calma e l’ordine duranto l’imbarco sulle lance di salvataggio ed aver tenuto alto il morale dei sopravvissuti.
Il Titanic partì da Southampton il 10 aprile 1912 e, per i più superstiziosi, avvennero 2 fatti che per un viaggio inaugurale non sono sicuramente di buono auspicio.
Il primo fu un piccolo incendio in una stiva del carbone, anche se non era insolito per le navi dell’epoca; venne ordinato ai fuochisti di tenerlo sotto controllo durante la navigazione. Secondo alcuni esperti però, l’incendio era fuori controllo e ciò costrinse l’equipaggio a fare un’attraversata a tutta velocità nonostante la presenza di iceberg, per arrivare il prima possibile in porto. Successivamente fu evitata una collisione con la SS City of New York della American Line; potremmo dire che la partenza non è stata delle migliori!
La nave prima di far rotta per New York toccò i porti di Cherbourg, Francia, e Queenstown (oggi Cobh), Irlanda, dove fu vista per l’ultima volta.
Dopo 4 giorni di navigazione tranquilla, il Titanic riceveva sporadici messaggi da altre navi sulla presenza di ghiaccio; era notte, il mare calmo, con un cielo senza nuvole e senza luna. Il mare calmo fu una fortuna per quello che sarebbe successo dopo (un mare mosso avrebbe causato più vittime), ma assieme all’assenza della luce lunare fu una terribile sfortuna per le vedette di guardia, che tardarono nel vedere l’iceberg che alle 23:30 avrebbe urtato la nave.
Le vedette suonarono immediamente la campana e chiamarono la plancia appena si resero conto del pericolo; fu subito dato l’ordine col telegrafo di macchina di motori indietro tutta e al timoniere il comando di barra tutta a dritta (ndr quando non c’era ancora la ruota del timone ma c’era la barra, se si voleva andare a sinistra bisognava portare la barra verso il lato di dritta e viceversa).
Scena dell’impatto con l’iceberg tratta dal film di Cameron e, parere personale dell’autore, molto ben fatta, con una cura al dettaglio tipica del regista.
Ogni tentativo fu inutile, l’iceberg provocò una falla tutto lungo la fiancata sotto il galleggiamento; 5 compartimenti erano già completamente allagati e l’aumento dell’inclinazione verso prora causò l’allagamento dei compartimenti vicini per un difetto costruttivo delle paratie. Secondo le stime dell’ingegner Andrews, la nave sarebbe stata ancora a galla per non più di 1 ora e mezza (ci rimase per 3 ore, fino alle 2:20 del 15 aprile, ora nella quale la nave sparì completamente sotto la superficie).
Il comandate ordinò al marconista (l’addetto alle comunicazioni radiofoniche) di lanciare il codice di soccorso SOS, usato dai marittimi la cui sigla sta per “Save Our Souls”; impartì inoltre l’ordine di abbandono nave, dando priorità a donne e bambini.
Anche se il numero di scialuppe rispettava il numero minimo richiesto, potevano portare solo 1178 passeggeri; secondo gli esperti, le operazioni di abbandono furono un vero disastro, dovuto alla confusione generale e alla poca competenza dell’equipaggio. Molte delle vittime furono donne e bambini, nonostante avessero la precedenza, inoltre le scialuppe non furono riempite completamente.
La prima nave che arrivò a prestare soccorso fu il Carpathia (della Cunard Line, tra l’altro) che navigò a tutta velocità in mezzo ai ghiacci per raggiungere il prima possibile il Titanic; quando arrivò trovo solo le scialuppe, con a bordo solo 705 persone.
Piccola curiosità: di tutti gli uomini della sala macchine non si salvò un solo uomo! Per tutto il tempo del disastro rimasero in sala macchine ad assicurare il funzionamento delle pompe di sentina per rallentare l’inevitabile e furono gli ultimi a salire sul ponte di coperta.
Per adesso ci fermiamo qui, nel prossimo articolo troverete la seconda parte con un po’ di dati tecnici! 😉
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