Nel 1962 tra la portaerei statunitense USS Independence e l’Amerigo Vespucci avvenne questo scambio di frasi quando si incrociarono nel Mediterraneo:
“Chi siete?”
“Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”
“Siete la più bella nave del mondo”
Questo botta e risposta tra le due navi entrò nella storia e rimbalzò parecchio nell’opinione pubblica; ancora oggi viene ricordato quel mitico incontro.
L’Amerigo Vespucci è l’unità più anziana in servizio nella Marina Militare, ma qual è la storia di questo gioiello italiano?
Avete letto bene, l’attuale Amerigo Vespucci non è stata la prima unità della Marina a portare il nome del celebre esploratore italiano!
Il primo Vespucci era un incrociatore a motore e a vela, con scafo in acciaio, a tre alberi e bombresso (armo a brigantino a palo); fu progettato dall’Ispettore Generale Carlo Vigna e venne varato nel 1882.
Entrò in servizio nel 1885 come nave di prima linea, venendo nel 1893 adattato come nave scuola; mantenne tale funzione fino al giorno della sua radiazione, avvenuta nel 1928.
Nella seconda metà degli anni venti, la Marina affrontò la questione del rinnovamento delle unità per l’addestramento degli allievi dell’accademia, allorché le unità in servizio sarebbero state prossime alla radiazione; nonostante lo sviluppo fosse orientato verso una tecnologia sempre più avanzata, la Marina riteneva che il miglior impatto con l’ambiente marino e la sua conoscenza fosse stando a bordo di una nave a vela.
Su iniziativa del ministro della Marina, Ammiraglio Giuseppe Sirianni, nel 1925 fu decisa la costruzione di 2 unità; il progetto fu affidato al tenente colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi, il quale si ispirò alle forme di un vascello di fine Settecento/inizio Ottocento, grazie anche ai progetti del “Monarca” dell’ingegnere navale Sabatelli; il Monarca era l’ammiraglia del Regno delle Due Sicilie, che venne ribattezzata Re Galantuomo quando venne requisito dalla Marina Sarda.
La prima delle due unità, il Cristoforo Colombo, entrò in servizio nel 1928 e ricoprì la funzione di nave scuola fino al 1943; nel 1949 venne ceduto all’Unione Sovietica in conto risarcimento danni di guerra, che col nome di Dunay (Danubio) lo utilizzò a sua volta come nave scuola militare; nel 1961 doveva essere sottoposto a estesi lavori di manutenzione, ma a causa di un devastante incendio, le autorità sovietiche preferirono radiarlo nel 1963.
L’Amerigo Vespucci venne impostata il 12 maggio 1930, varata il 22 febbraio 1931 ed entrò in servizio a luglio dello stesso anno; il 4 luglio 1931 partì per la sua prima campagna addestrativa in Nord Europa e al suo rientro, il 15 ottobre, ricevette a Genova da parte del gruppo locale UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) la Bandiera di Combattimento.
Le due unità presentavano delle leggere differenze, le cui più evidenti erano una differente inclinazione del bompresso, il diverso attacco delle sartie e, sul Colombo, l’assenza delle imbarcazioni maggiori sistemate a centro nave e del relativo albero di carico.
Dislocamento: 4300 t Lunghezza (al galleggiamento): 82 m Lunghezza fuoritutto: 101 m Larghezza scafo: 15,56 m Immersione: 7,3 m Altezza massima (dal piano di galleggiamento): 54 m Velatura: 2635 mq Velocità: 10 nodi Apparato motore: 2 Diesel generatori 12 cilindri MTU 12VM33F 2x1320 kW (1770 Hp) 2 Diesel generatori 8 cilindri MTU 8VM23F 2x760 kW (1019 Hp) Apparato elettrico: 1 Motore Elettrico Principale (MEP) ex Ansaldo Sistemi Industriali (NIDEC ASI) CR1000Y8, costituito da due indotti da 750 kW ciascuno Potenza: 2840 KW (3808,5 HP ) Propulsione: elica quadripala a passo fisso Equipaggio: 264 militari (massimo 400 unità)
Lo scafo ha 3 ponti principali, continui da poppa a prora, più vari ponti parziali (copertini): abbiamo il ponte di coperta, il ponte di batteria e il ponte di corridoio. A prora e a poppa troviamo 2 sovrastrutture, il castello di prora e il cassero di poppa. Lo scafo presenta una colorazione bianca e nera a strisce orizzontali, che sottolinea il richiamo al passato.
A prora troviamo la polena, raffigurante l’esploratore Amerigo Vespucci, realizzata in bronzo dorato; caratteristici i fregi di prora e l’arabesco di poppa, in legno ricoperti di foglia d’oro zecchino.
Il fasciame è composto da lamiere di acciaio con spessori compresi dai 12 ai 16 mm, collegate mediante chiodatura.
Tutti gli alberi, compreso il bompresso, sono costituiti da tre tronchi; i primi due sono fatti con lamiere di acciaio chiodate, il terzo è in legno. I pennoni seguono la stessa linea costruttiva: i tre inferiori sono in acciaio, i due superiori in legno. Il boma è in acciaio mentre il picco è in legno.
Gli alberi, sono mantenuti in posizione grazie a cavi di acciaio (manovre fisse o dormienti) che li sostengono verso prora (stralli) verso i lati (sartie) e verso poppa (paterazzi). Sugli stralli sono inferiti inoltre i fiocchi e le vele di strallo.
L’altezza degli alberi sul livello del mare è di 50 metri per il trinchetto, 54 metri per la maestra e 43 metri per la mezzana; il bompresso sporge per 18 metri. I tre alberi verticali portano ciascuno cinque pennoni, dove i due pennoni inferiori sono fissi (possono solo ruotare sul piano orizzontale), mentre i tre superiori possono scorrere sull’albero e vengono alzati al momento di spiegare le vele.
Per quanto attiene le vele di taglio, l’armamento prevede cinque vele a prora, quattro vele di strallo e la randa. A questo “set” di vele, possono essere aggiunti, se del caso, gli scopamare; sono due vele quadre inferite ai lati del trevo di trinchetto, utilizzando idonee prolunghe del pennone. Con la nave completamente invelata (24 vele) si possono raggiungere velocità ragguardevoli, almeno in relazione al peso della stessa.
Le vele sono di tela olona (tessuto di canapa) di spessore compreso tra i 2 e i 4 millimetri e sono realizzate unendo mediante cucitura più strisce (ferzi).
La manovra delle vele si attua per mezzo di cavi (manovre correnti o volanti) di diverso diametro, per un totale di circa 36 Km. Anch’essi hanno nomi caratteristici, quali drizze (per alzare i pennoni mobili e le vele di taglio), bracci (per orientare i pennoni), scotte e mure (per fissare gli angoli bassi delle vele quadre, rispettivamente sottovento e sopravvento), imbrogli (per raccogliere le vele sui pennoni), ecc..
Le manovre correnti sono per la maggior parte in manilla (fibra vegetale), ad eccezione delle scotte dei trevi, che per sostenere l’elevato sforzo sono realizzate in nylon; l’attrezzatura velica comprende circa 400 bozzelli in legno e 120 in ferro.
Il sistema di generazione è di tipo Diesel-Elettrico ed è caratterizzato da 4 Diesel generatori (vedi scheda tecnica); la propulsione è garantita da un motore elettrico principale (MEP).
Il sistema elettrico è costituito da una distribuzione primaria (380 V / 50 hz) e da una distribuzione secondaria (220 V / 50 hz e 115 V / 60 hz).
I sistemi di generazione e propulsione sono stati oggetto di totale riconfigurazione, durante la sosta lavori di Prolungamento Vita Operativa (PVO) iniziata a ottobre 2013 e terminata a aprile 2016.
Costituito da 264 militari così suddivisi: 15 Ufficiali, 30 Sottufficiali, 34 Sergenti e 185 Sottocapi e Comuni, suddiviso nei vari servizi. Questo numero viene poi integrato da circa 100 allievi e dal personale di supporto dell’Accademia Navale di Livorno, raggiungendo le 400 unità.
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