Da troppi anni ormai la questione del passaggio delle grandi navi attraverso la laguna di Venezia è al centro di accesi dibattiti. Ebbene, da parte di vari organi preposti alla circolazione lagunare (tra cui Capitaneria di Venezia) arriva una risposta al problema, sebbene sia ancora ufficiosa: discriminante sarà un algoritmo che, tenendo conto del modulo d’armamento della nave, relazionerà i fattori dimensionali dell’unità con i rischi ambientali, garantendo la massima sicurezza nel passaggio.
La decisione di istituire questa “formuletta” deriva dal decreto Clini-Passera del 2012 che impose la deviazione per grandi navi al di sopra di 40 mila t, evitando così il passaggio per San Marco.
I fattori considerati per decidere quali navi abbiano l’autorizzazione a passare e quali no sono il dislocamento della nave (e di conseguenza il volume d’acqua “spostato” dalla stessa nel suo passaggio), la larghezza, l’altezza (a partire dalla linea di galleggiamento) e l’area laterale dello scafo. Questi fattori dimensionali dovranno essere combinati con alcuni elementi “correttivi” quali l’utilizzo di motori di propulsione di ultima generazione, l’uso di combustibili alternativi quali GNL (Gas Naturale Liquido) e la sottoscrizione dell’accordo Blue Flag (che prevede l’utilizzo di combustibili poco inquinanti). Doveva essere introdotto anche un’ulteriore discriminanti a proposito dell’orario di arrivo della nave, ma sembrerebbe che sia stato eliminato).
Il tutto si riduce quindi ad una “semplice” formuletta matematica, il cui coefficiente risultante non dovrà superare 6800 (probabilmente sarà però anche abbassato). Secondo però alcune considerazioni fatte dalla Capitaneria, l’elemento che più inciderebbe è l’altezza di queste grandi navi di ultima generazione: sarebbero tagliate fuori quindi unità da 140 mila t.s.l., con lunghezze pari a 330m e con altezze pari a 70m. Insomma, palazzi galleggianti da 20 piani non sarebbero ammessi.
Chiaramente, questo algoritmo è solamente una trovata per colmare il “gap legislativo” in merito al passaggio in laguna, in attesa quindi della via alternativa. Chiaramente, navi molto più grandi avranno sosta obbligata a Porto Marghera, mentre le più piccoline potranno ancora transitare, sempre a patto di avere il via libera ambientale).
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