Non ci sono più speranze per la petroliera iraniana che era entrata in collisione con un mercantile lo scorso 6 gennaio nel Mar della Cina, ed ha bruciato al largo per ben tre giorni.
Sulla petroliera Sanchi, battente bandiera panamense e appartenente alla National Iranian Tanker Company (Nitc), (gestore della flotta di petroliere iraniana) c’è stata inzialmente una violenta esplosione a bordo. Poche ore fa l’annuncio del suo affondamento dalla BBC. Si teme ora un disastro ambientale.
La nave trasportava 136 mila tonnellate di petrolio ultraleggero per la società sudcoreana Hanwha Total. Le autorità cinesi assicurano che «non c’è una grossa chiazza» in mare. L’Iran, sempre in queste ore, ha annunciato che non ci sono più speranze per i 29 marinai dispersi, mentre tre corpi sono stati recuperati.
I membri dell’equipaggio della nave sono stati uccisi durante la prima ora successiva all’incidente a causa della potenza dell’esplosione e dei fumi di gas
ha detto il portavoce della squadra di soccorso istituita dall’Iran, Mohammad Rastad, alla televisione di Stato.
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