Incidenti in mare: pratiche non sicure portano la Höegh Osaka ad arenarsi
Gennaio 2015, la Car Carrier Höegh Osaka sta salpando dal porto di Southampton diretta verso Bremerhaven, Germania, con un carico di 1663 auto e vari mezzi pesanti. Sotto la supervisione del pilota la nave procede fuori dal porto ad una velocità di 10 nodi. Il pilota comanda la virata a dritta e la nave, dopo la sbandata a sinistra, ritorna diritta come ci si aspettava. Pochi minuti dopo, appena la nave raggiunge il canale principale, il pilota richiede che la velocità della nave venga aumentata.
Nel mentre, il primo ufficiale si stava ancora occupando dei calcoli di stabilità nella control room. Ad un tratto si accorge che l’altezza metacentrica (GM) indicata dal master computer era minore di quella che era stata predetta dai calcoli di stabilità prima di partire dal porto.
Immediatamente viene inviato l’allievo di coperta a controllare le 3 casse di zavorra poppiere per preparare l’eventuale carico aggiuntivo di zavorra. Il primo ufficiale, avendo capito che sarebbe servita ulteriore zavorra a poppa, inizia a settare il sistema. Alla seconda virata della nave, questa volta a sinistra, la nave sbanda progressivamente a dritta finché timone ed elica non escono fuori dall’acqua. Molte unità del carico ed attrezzature di bordo si liberano dai sistemi di ancoraggio e scivolano all’interno dei ponti. Un’escavatore pesante urta contro la murata provocando una falla che allaga il ponte 6.
Due rimorchiatori vengono incaricati dal vessel traffic services (VTS) di dare assistenza alla Höegh Osaka, e la nave viene deliberatamente arenata per evitare ulteriori danni. Successivamente, tutti i 24 componenti dell’equipaggio vengono recuperati dalla nave e soccorsi in acqua. L’incidente non ha causato fuoriuscita di carburante e successivamente un operazione di salvataggio è riuscita a riportare la nave al sicuro.
Cosa ha causato l’incidente?
Gli investigatori hanno riportato che i calcoli di stabilità erano stati effettuati quando ancora la nave era ormeggiata in porto e non consideravano il carico finale. Questa pratica, il cui intento è velocizzare le operazioni, affligge in generale tutto il settore delle car carrier diventando quasi una pratica comune. Inoltre i sensori delle casse di zavorra erano malfunzionanti e la quantità di zavorra era solamente stimata.