Lo scafo, interamente di alluminio, possiede una carena a V profondo e una propulsione ad idrogetti: fu equipaggiato infatti con tre turbine a gas GE LM1600 (capaci di sviluppare complessivamente una potenza di 38535 kW continui), collegate quindi a tre idrogetti KaMeWa tramite riduttori Renk-Tacke. Di seguito le caratteristiche principali:
- LOA: 67.7 m
- LBP: 60.0 m
- B: 13m
- autonomia: oltre 3000 miglia nautiche (con una v a pieno carico di oltre 40 nodi e nominale di oltre 60 nodi).
Il progetto del Destriero, “capitò” proprio negli anni in cui Fincantieri stava svolgendo ricerca su scafi SES (Surface effect ship). Con l’idea di Destriero quindi, il cantiere italiano concentrò la sua attenzione in quegli anni esclusivamente sui monoscafi ad alte prestazioni. Erano per giunta i primi anni che in Italia, quanto in Svezia, si studiava l’interazione tra idrogetto e scafo.
Il taglio delle piastre di alluminio fu eseguito con macchine a controllo numerico CNC, l’assemblaggio delle varie parti invece su modelli derivati dalla costruzione di precedenti unità militari. Per quanto riguarda design e studio aerodinamico delle sovrastrutture, Fincantieri si affidò a Pininfarina. Destriero infine, fu varato il 28 marzo 1991 presso i cantieri di Muggiano, La Spezia.
Nella sua impresa, riuscì a percorrere 3.106 miglia nautiche, dal Faro di Ambrose Light a New York sino al faro di Bishop Rock nelle Isole Scilly in Inghilterra, senza effettuare rifornimento, in 58 ore, alla velocità media di 53 nodi (con punte di 66), riconquistando il Blue Riband (Nastro Azzurro) assegnato nel 1933 al transatlantico Rex.
Per onorare la sua impresa, il 5 settembre 1992 il Destriero venne insignito anche del Virgin Atlantic Trophy da parte del magnate inglese Richard Branson e del Columbus Atlantic Trophy da parte del New York Yacht Club.
Il Destriero è stata, fino a quel momento, la più grande unità in lega leggera mai costruita (e che, come detto precedentemente, montava i più potenti idrogetti più mai sviluppati). E’ considerato uno dei mezzi navali con la più alta concentrazione di efficienza energetica, potenza e tecnologia, insomma, un vero e proprio gioiello della navalmeccanica italiana.
Possedeva anche ottime qualità di tenuta a mare, soddisfacendo requisiti come la contenuta accelerazione verticale con mare mosso ed un basso livello di rumorosità: come riportato infatti dal registro di classificazione DNV (Det Norske Veritas), la struttura di Destriero consentiva velocità fino a 65 nodi in condizione di mare Forza 4 (con onde di altezza fino 2,5 metri) e fino a 30 nodi con condizioni del mare Forza 5-6 (con onde di altezza fino 5 metri).
Attualmente l’unità è ancorata in Germania, presso i cantieri Lurssen vicino Brema, immobilizzata sulla banchina.