Ritrovato, dopo 72 anni, il relitto della U.S.S. Indianapolis

Nei 72 anni da quando la U.S.S Indianapolis è stata affondata da un torpedine giapponese, il disastro ha ispirato decine di libri e persino un recente film. Tuttavia, in tutto questo tempo, il luogo in cui si trova il relitto è rimasto ignoto. Almeno fino a sabato scorso quando un team capitanato dal co-fondatore di Microsoft, Paul G. Allen, ha annunciato la scoperta tramite un tweet. Il relitto dell’Indianapolis è stato ritrovato a 5490 m di profondità nel Mare delle Filippine.

Il team di ricerca ha rilasciato delle foto del relitto giacente sul fondo del mare, inclusa una parte della carena in cui è ancora visibile il numero 35, a prova che i resti sono effettivamente della Indianapolis.

La scoperta

PH: nytimes.com

Uno storico navale, Richard Hulver, è venuto in possesso di un diario di bordo in cui era stato riportato l’ultima posizione della Indianapolis. Calcoli eseguiti a partire da quel record hanno mostrato che l’Indianapolis si trovava più ad ovest della posizione in cui da tanto tempo si pensava fosse. Utilizzando una nave con equipaggiamento avanzato per la ricerca marina, il team di Allen ha iniziato a scandagliare il fondale della nuova area di ricerca.

Allen, il cui padre ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale, ha sviluppato la passione di cercare e preservare reiliquie risalenti a quel periodo. Il suo team ha fatto sapere che la posizione esatta del relitto verrà mantenuta segreta al pubblico, così che quel luogo venga rispettato come una tomba, in accordo con le leggi americane.

Perchè la si ricorda?

PH: wikipedia.org

Appena prima che la Indianapolis affondasse, l’incrociatore aveva appena completato una missione top secret: trasportare via mare parti della bomba atomica, nome in codice “Little Boy”, da San Francisco fino a Tinian nel Pacifico Occidentale. La bomba fu poi rilasciata su Hiroshima, con le conseguenze che tutti conosciamo.

Successivamente venne ordinato alla nave di dirigersi verso Leyte nelle Filippine per partecipare all’assalto condotto dagli alleati. Ma appena giunta la notte, la nave venne individuata da un sottomarino giapponese. Subito dopo vennero rilasciati 6 siluri, 2 dei quali colpirono l’incrociatore americano. Le esplosioni danneggiarono il sistema di comunicazione cosi che l’ordine di abbandono nave venne comunicato solo a voce. La nave affondò dopo pochi minuti.

Fabio Di Fusco

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