A quattro anni ormai dal disastro che ha coinvolto la nave Container – RoRo “Jolly Nero” della compagnia Ignazio Messina & C. e la torre piloti nel porto di Genova, sembra arrivare la verità.
Al processo principale infatti, sarebbe collegata una seconda indagine riguardante alcune “leggerezze” presenti nei report eseguiti dagli enti che avevano la funzione di controllo, il RINA (Registro navale italiano) e la capitaneria di porto. Il giudice per le indagini preliminari Ferdinando Baldini definisce infatti “evanescente” la prevenzione degli incidenti a bordo, sullo sfondo di accertamenti falsificati.
L’indagine, eseguita dall’allora procuratore capo Michele Di Lecce ed in seguito dal suo sostituto Walter Cotugno, arriva a due conclusioni: a bordo hanno sbagliato manovra e il cargo non aveva le condizioni di sicurezza necessarie per salpare. Gli imputati, con l’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro, sono il comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni, il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro e il pilota del porto Antonio Anfossi. I primi tre infatti sarebbero stati a conoscenza del mancato funzionamento del contagiri del motore, ed incuranti di ciò sarebbero partiti lo stesso.
La Procura ha chiesto 20 anni e 7 mesi per Paoloni mentre per Anfossi 10 anni. Per l’accusa inoltre, il comportamento dell’ex comandante sarebbe stato più grave dell’incidente che ha coinvolto la Costa Concordia ed il comandante Schettino, condannato proprio nei giorni scorsi a 16 anni. Per il comandante della flotta Messina, Giampaolo Olmetti, sono stati chiesti 17 anni di carcere: per il pm sottovalutò e coprì una serie di incidenti identici accaduti in passato. Nei confronti della compagnia Messina, coinvolta nel processo per responsabilità amministrativa, l’accusa ha chiesto il commissariamento e una multa da 2 milioni e 250mila euro.
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