“A brevissimo cominceremo ad affrontare il problema delle grandi navi nella laguna. Va trovato un equilibrio. Bisogna intervenire con prudenza, intelligenza e delicatezza.”
Queste le parole del ministro dei trasporti Graziano Delrio a proposito della vicenda che da tempo fa discutere l’Italia: le navi da crociera a Venezia. E’ giusto permettere il loro passaggio attraverso la laguna? Certamente,dal punto di vista di chi è a bordo, il panorama è mozzafiato (basti pensare al passaggio vicino San Marco e per il canale della Giudecca): ma si può dire lo stesso per chi invece è sulla terra ferma? E l’inquinamento di questi enormi hotel galleggianti? E le vibrazioni indotte?
Dopo varie analisi, il piano scelto dal governo per deviare le navi e risolvere così il problema si chiama Venis, della società siderurgica-ingegneristica Duferco, che prevede un nuovo approdo cui far ormeggiare a Venezia le navi da crociera, di anno in anno sempre più mastodontiche. La costruzione è prevista alla bocca di porto del Lido, vicino alle paratoie del progetto Mose per contrastare l’acqua alta, appoggiato alla sponda di Punta Sabbioni. L’idea sarebbe poi di collegarlo con la stazione marittimo attraverso vaporetti (a basso impatto ambientale!), per il trasferimento dei turisti. L’altro progetto, bocciato dalla commissione, era il Sant’Angelo Contorta, nei mesi modificato con un diverso tracciato dallo stesso Comune di Venezia.
Dopo alcuni mesi dall’approvazione del progetto da parte della commissione competente, è stata la volta del ministro dell’Ambiente Galletti, che ha firmato il decreto per il via libera dal punto di vista dell’impatto ambientale. Successivamente, il decreto è stato consegnato al ministro Delrio per avviare tutte le procedure.
Dando spazio ai numeri, il costo del progetto è stimato sui 127 milioni di euro, mentre per quanto riguarda i tempi, bisognerà attendere circa 2 anni e mezzo. Coinvolgerà circa 600 navi da crociera che ogni anno entrano e attraversano la laguna, ormeggiando nella stazione marittima: sfortunatamente questo è l’unico percorso possibile, dato l’elevato pescaggio delle navi odierne. La proposta di Duferco però, è stata accolta non senza polemiche, nello specifico, da parte degli abitanti e operatori economici della zona, che ritengono minacciato il turismo balneare.
Ormai, il fenomeno in questione fa parte di un business consolidato, un pacchetto che viene offerto dai tour operator a turisti desiderosi di “assaggiare” le bellezze delle principali città affacciate sul Mediterraneo e che sembra non conoscere crisi: negli ultimi anni infatti il turismo crocieristico è aumentato esponenzialmente, dando il via ad un vero e proprio “gigantismo” delle navi. La politica delle compagnie di navigazione infatti, negli ultimi anni, sembra essere quella di “riempire quanto più possibile” i loro lussuosi hotel galleggianti, con relativa ripercussione sulle dimensioni delle unità (siamo arrivati quasi a 400 m di lunghezza) e sugli ospiti a bordo (più di 4000 passeggeri).
Il problema della lenta attuazione del progetto è da attribuire principalmente alla tanto odiata burocrazia, dove la poca voglia di decidere ha completato l’opera. A distanza infatti di quattro anni e mezzo dal decreto Clini-Passera (stiamo parlando del 2012, di cui oggi sono titolari i successori Galletti e Delrio), i progetti di togliere le imbarcazioni dalla laguna sono ancora in alto mare. I ministri infatti emanarono un decreto che vieta il passaggio delle navi giganti lungo quel percorso, che viene però tollerato finché non vi sarà un’alternativa. Il risultato? Tutt’oggi possono attraversare il bacino le navi sotto le 96000 tonnellate di stazza, a patto che usino combustibile a basso impatto ambientale. Non sembra proprio la soluzione cercata, o meglio, non tale da giustificare quattro anni e mezzo di riunioni ed “andirivieni” burocratici.
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