Le onde anomale non sono così rare: nuova scoperta in ambito oceanografico

PH: nature.com/scientificreports

Nuove informazioni riguardo le onde anomale sono state registrate da scienziati dell’Università di Rosentiel in collaborazione con l’istituto Meteorologico Norvegese. In particolare sull’onda più alta mai registrata, passata vicino le piattaforme Ekofisk nel mare del Nord nella mattina del 9 Novembre 2007. Durante le prime ore del giorno, l’onda “Andrea” è passata attraverso un grigliato quadrato di sensori progettato dai ricercatori per misurare le lunghezze d’onda, la direzione, l’ampiezza e la frequenza delle componenti d’onda.

Estraendo queste informazioni da un set totale di 13535 onde singole, collezionate dal sistema installato su un ponte in mezzo a due piattaforme offshore, i ricercatori hanno isolato le componenti d’onda per esaminare in che modo tali componenti abbiano potuto formare un’onda tanto ripida (rapporto altezza su lunghezza d’onda).

Grafico di elevazione d'onda registrato.
PH: nature.com/scientificreports

I dati provenienti dal muro d’acqua lungo 100m che si muove a 65 km/h (40 miles per hour) hanno mostrato che l’onda Andrea potrebbe aver superato l’altezza registrata di 15 m (49 feet). I dati mostrano inoltre che le onde anomale non sono così rare come pensato ed infatti possono formarsi approssimativamente 2 volte in un giorno durante una tempesta.

La cresta di Andrea era alta 1.63 volte l’altezza di onda significativa (media di un terzo delle onde più alte). Studi approfonditi hanno mostrato che la cresta sarebbe potuta arrivare, limitata dal limite di frangenza, a 1.7 volte l’onda significativa registrando un record di altezza d’onda in funzione all’onda significativa in quella data regione.

“Le onde anomale sono note per aver causato la perdita di molte vite e danni a navi e strutture marittime.”

dichiara Mark Donelan, professore emerito di scienze oceaniche presso l’università UM Rosentiel.

“I nostri risultati, anche se rappresentano uno dei peggiori casi di onda anomala, possono essere utilizzati come nuove ed importanti informazioni per la progettazione e la sicurezza nelle operazioni per le navi e per le piattaforme petrolifere.”

Lo studio, intitolato “The Making of the Andrea Waves and other Rogues” è stato pubblicato l’8 Marzo sul giornale Scientific Reports. Tra gli autori sono presenti: Donelan e Anne-Karin Magnusson dall’Istituto Meteorologico Norvegese. Il lavoro è stato parzialmente svolto all’interno del progetto ExWaMar (ID 256466/O80) finanziato dal Norwegian Research Council.