La prima nave rompighiaccio fu costruita per dotare il porto di Amburgo di una macchina che permettesse di rompere il ghiaccio che per gran parte dell’anno impediva la funzionalità del porto stesso, rendendo impossibili gli scambi commerciali e l’attività portuale. Era la particolare forma “a cucchiaio” della prua a permettere la piccola unità (500 t) di rompere le lastre di ghiaccio: infatti la prua della nave esercitava una forza dall’alto mentre avanzava, frantumando così il ghiaccio.
Nel corso degli anni i Paesi del Nord hanno investito grandi risorse economiche allo fine di progettare navi rompighiaccio sempre più efficienti e sicure, migliorando la forma della prua per ridurre il rischio di incaglio su una lastra di ghiaccio, e inventando sistemi di propulsione innovativi,come quello nucleare, per affrontare i problemi logistici legati al difficile approvvigionamento di gasolio nelle chilometriche distese di mare ghiacciato.
Il Paese che più di tutti ha mostrato interesse nello sviluppo di queste navi è la Russia, che ha costruito la più grande nave rompighiaccio tuttora esistente, la Timofey Guzhenko. La peculiarità di questa nave è la sua doppia funzionalità: dispone di dieci cisterne per il trasporto di petrolio e inoltre ha una prua la cui forma affusolata le permette di rompere il ghiaccio. Lo scafo è rafforzato con travi di acciaio e dispone di un sistema che permette di formare un film lubrificante tra la carena e le lastre di ghiaccio che scivolano sotto di essa mentre quando la nave avanza, riducendo in questo modo l’attrito. Ma ciò che permette di affrontare anche le più spesse lastre di ghiaccio e le creste di ghiaccio che spesso si incontrano lungo la rotta, sono gli Azipod, ovvero le innovative eliche di acciaio temprato che spingono la nave. La loro potenza e la loro resistenza le permettono di frantumare lastre di ghiaccio spesse più di un metro, e la possibilità di farle ruotare di 360° permette di indirizzare flussi d’acqua per allontanare i residui di ghiaccio che scivolano pericolosamente sotto la carena.
La ricerca e l’innovazione nel settore delle navi rompighiaccio rappresentano una scommessa per il futuro. La tendenza è quella di costruire navi polivalenti, ovvero che siano in grado di navigare sia in condizioni normali che in mari ghiacciati, e che possano adempiere alla doppia funzione di rompighiaccio e di nave per il trasporto di prodotti petrolchimici. Inoltre nei prossimi dieci anni la rotta del Mare del Nord vedrà il suo traffico marittimo aumentare drasticamente, sia in ambito civile che militare. E’ per questo motivo che la Russia nel 2017 varerà una nuova classe di navi rompighiaccio a propulsione nucleare.
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